mercoledì 20 luglio 2016

Umiliazione


La farmacia sa di erbe medicinali, ci sono alcuni clienti in attesa. Fa caldo. Le gambe, rigidamente molli, mi tremano: è un ossimoro ma è così. Mi guardo intorno alla ricerca di una seggiola: Non c'è: il mondo è fatto per i sani. E i malati, gli handicappati, gli invalidi? A casa, così non rompono... 
Suona il telefonino; ho in una mano le ricette, nell'altra il bastone. Appoggio il bastone. Cade. Tento di raccoglierlo. Il telefonino continua a squillare... 
"Lasci, glielo prendo io ... "
"Grazie"
"Non c'è di che ... "
Mi raddrizzo a fatica. Tento di aprire la borsa, ma la cerniera non scorre. Si è incastrata o sono le mie dita che non riescono a muoversi nel modo giusto?
Il telefonino continua a suonare: amici e parenti sanno che sono lenta, lentissima nel rispondere. E insistono.
Una signora si volta e mi lancia un'occhiata. Evidentemente infastidita. Mi fissa per un tempo più lungo del dovuto, con curiosità malevola ... Certe occhiate ci condannano, senza possibilità di appello. Come sentenze già passate in giudicato. La pena? Una vita all'insegna dell'umiliazione ...

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