giovedì 22 ottobre 2015

“Si può fare”

Un manipoli di “matti”, liberati da Basaglia, incontra Nello, uno appena,  appena meno matto di loro, e il film decolla.  E’ la storia, ovviamente romanzata, di uno dei percorsi fatti per aiutare gli ex pazienti di un ospedale psichiatrico, a  trovare un “posto”,  affinché, vinta la guerra del manicomio, inizi anche per loro il dopoguerra. 
“Siamo matti non stupidi”, borbotta uno di loro e la frase mi giunge dritta al cuore.  Ci vuole poco perché io mi ritrovi a condividere la loro ansia, la paura di uscire dal “ghetto” e affrontare  i “ normali”. 
Il film prosegue seguendo Il  lento, ma inarrestabile, lavoro di recupero di una dignità, erroneamente ritenuta persa,  fino a che,  sgombrato il terreno dai bisogni primari, esplode il colpo d’ala dei desideri,  primo fra tutti, il desiderio per eccellenza: quello d’amare.  Nello si allea con un giovane neurologo “Basagliano”, entrato a far parte della cooperativa, ed entrambi si fanno prendere dall’entusiasmo,  dimenticando che dalla malattia mentale non si guarisce mai del tutto. Inoltre se l’amore - si sa – è volare senza ali a raccogliere mazzi di stelle nel cielo, è anche la paura e il dolore senza  pace dell’abbandono… è mettere alla prova gli spiriti più forti. Il più giovane e fragile dei malati, rifiutato,  si uccide. Il sogno di una vita normale, per Nello e i compagni,   s’infrange: le porte del reparto di psichiatria si riaprono, si ricomincia con terapie “pesanti” a base di psicofarmaci. 
Nello affonda nel senso di colpa,  si cerca un lavoro normale.  Ma, nel colloquio con il primario del reparto – fino a quel momento irriducibile oppositore  di ogni cambiamento  - sarà proprio da lui, dal primario, che gli giungerà  il riconoscimento del miglioramento riscontrato in molti dei pazienti  e la spinta a continuare sulla strada intrapresa;  con il supporto anche dei malati, decisi a continuare l’esperienza iniziata con Nello.
Come avrebbe detto Basaglia: “Non è necessario essere matti per morire d’amore… “
Bisogna sognare,  sempre, perché sono i sogni che rendono possibili i progetti… Se un uomo non avesse sognato di volare, a nessuno sarebbe mai venuto in mente di costruire un uccello d’acciaio.