mercoledì 1 luglio 2015

Tsipras e Renzi

Il  capitalismo finanziario mostra la sua faccia, quella autentica, feroce. E' faccia/feccia non più imbellettata (perfino Madame Lagarde ha dimenticato a casa la stola di seta, di solito elegantemente drappeggiata sulla spalla), è stop agli ordini travestiti da raccomandazioni e ai sorrisi di circostanza.
Tsipras va punito per la sua arroganza, la sua ribellione. Potere decisionale al popolo greco? Ma stiamo scherzando? E se a qualche altro popolo venisse l'idea di fare la stessa scelta? I tedeschi  li conosciamo bene, sappiamo di cosa  possano essere capaci, ne conosciamo l'ottusa, stolida,  fermezza. Tutta l'Europa ne ha fatto le spese... Strano che nessuno se ne ricordi. Forse perché tale e tanta fermezza è ora al servizio del capitalismo più feroce, puntellato dalla globalizzazione, privato di ogni valore che non sia puramente economico? Quel capitalismo che chiude la porta in faccia  a chi fugge dalle bombe, quel capitalismo che a tutela degli interessi di pochi sta affossando l'Europa, creando disoccupazione e, conseguentemente, miseria per molti. Ma lo capite, lo capiamo che la cosiddetta troika sta tutelando gli interessi di una casta che nulla ha più a che fare con noi, gente comune, "popolo europeo". Lo capite, lo capiamo che il "gioco" è ormai squisitamente politico? Tsipras non è Renzi, Tsipras non ha rottamato i valori... Tsipras è un rappresentante
del popolo che lo ha eletto, non degli interessi di una élite economico/politica dalla quale aspetta di prendere al volo l'osso che spetta ai cani che scodinzolano, servili, intorno al padrone.
Non so che cosa voterà il popolo greco, non so se prevarrà il no, temo che, spaventata, la gente opterà per il sì, e, a questo punto Tsipras sarà in ginocchio e i sogni - come quasi sempre avviene - "moriranno all'alba"...