sabato 5 settembre 2015

L'immigrazione si tinge di rosa


Partoriscono, gridano distese sui binari, piangono silenziose e assorte come madonne, i figli addormentati  o urlanti fra le braccia, occhieggiano,  inconsapevolmente seduttive, spesso bellissime, sbarcando dalle motovedette in uno svolazzare di veli colorati. Sono le migranti: in fuga accanto ai loro uomini, esposte agli stessi rischi, anzi a un rischio in più.Molte di loro sono state stuprate, qualcuna è incinta. Si frappongono fra i soldati armati e i padri, i fratelli, i mariti quando l'esasperazione si tramuta in violenza. Difese dalla loro stessa vulnerabilità, da quei bambini che tengono tra le braccia, riportano gli uomini al controllo, all'uso delle parole e non dei pugni, dei fucili spianati e del terrore.
Dimostrano con i fatti che la vulnerabilità, o meglio, il rispetto che dovrebbe incutere possono valere più della forza...

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