mercoledì 3 dicembre 2014

Lavoro sì, ma...

Ha una giacca di foggia antiquata, dal colore indefinito. Non porta la cravatta; dal collo aperto della camicia spunta una maglietta bianca. Il viso è grigiastro, stessa sfumatura di non colore della giacca. Capelli grigi, un po' ispidi. Capelli che non si piegano. Come lui. Non è un pregio per un leader sindacale. Così dicono. E' troppo passionale... e questo tempo che stiamo vivendo richiederebbe altre doti. Soprattutto elasticità. Poi, distacco, una certa ironia da salotto. Leggerezza.
Landini non è così, a cominciare dalla regione di provenienza: l'Emilia rossa, la famiglia d'origine numerosa, cnque figli, il padre partigiano comunista, gli studi abbandonati perché in famiglia serviva uno stipendio in più, la tessera della FGCI in tasca fin da ragazzo, comunista da sempre, ma non per sempre. Quando i Ds diventano Pd non ci sta e non rinnova la tessera.
Capisce subito, facendo l'operaio tornitore, che il lavoro è duro e alcuni lavori sono più duri di altri. Lo capisce perché lo vive sulla propria pelle... 
Entra nella Fiom e... sale; oggi è assieme a Renzi una delle poche personalità di spicco nella e della  melma in cui siamo immersi. Parla di lavoro, di diritti dei lavoratori, di giustizia, di eguaglianza... Lo accusano di "sconfinare" nella politica, gli attribuiscono nascoste ambizioni in tal senso. Continua a ribadire che non vuole fare politica, mettersi a capo di un movimento. Allora cosa vuole? Vuole fare il sindacalista, quello che è, partendo dal lavoro. Quel lavoro che non è, non può essere considerato una merce come tutte le altre, quel lavoro che non può essere scisso dalla persona che lo svolge, quel lavoro che lui abbina a parole come dignità e diritti...
Tutto da rottamare? Per Renzi sì, è ideologicamente un "amerikano", l'importante per lui è creare lavoro, costi quel che costi. Per Landni, che non condivide la cinica logica dell'altro, un lavoratore non può diventare schiavo del datore di lavoro, non può rinunciare a diritti che sono sanciti dalla Costituzione, non può vendere la propria anima, competere all'ultimo sangue come pretenderebbe il nuovo capitalismo che avanza. No. Hanno scelto entrambi da che parte stare, chi difendere, e le loro posizioni sono, ormai, inconciliabili. 

(Continuo domani perché sono stanchissima e la schiena protesta.)