mercoledì 7 maggio 2014

Il mondo delle donne

E' uno stillicidio continuo di atteggiamenti e battutine, occhiate denigratorie che ti creano intorno un invisibile confine che ti rinchiude, ti isola, ti differenzia. Quante volte mi è successo, come donna, di essere trattata con sufficienza, con condiscendente bonomia? L'immagine di sé prende forma anche, come in un complesso gioco di specchi, da ciò che di noi gli altri ci rimandano. E in questo senso poco è cambiato rispetto a quaranta o cinquant'anni fa.
La riforma del diritto di famiglia, le leggi sul divorzio, l'aborto, lo stupro considerato, finalmente,  reato contro la persona e non contro la morale, hanno a mio avviso anticipato un cambiamento di mentalità, dando valenza normativa a comportamenti non sempre codificati dalla cultura e dalla società. Come viene ancora mediamente vista la donna? Quanto è ancora fissativo lo stereotipo femminile "tradizionale"? E, domanda ancora più inquietante, quanto questo modello di riferimento risulta ancora invariato per le stesse donne? La discriminazione di genere si allarga a macchia d'olio: le donne sono le prime a perdere il posto di lavoro. Perché scegliere una donna rischiando, per esempio, un congedo per maternità? Non parliamo poi delle difficoltà di conciliare lavoro e maternità, in un Paese dove "l'angelo del focolare" non piace molto agli imprenditori, ma incontra il favore della Chiesa e dell'opinione pubblica.
Ma i figli non dovrebbero essere una ricchezza per la società? Allora perché la maternità entra in rotta di collisione con le scelte imprenditoriali?
E gli uomini come la pensano?
Le generalizzazioni non hanno senso: il mondo maschile è variegato e i comportamenti differiscono, ma non sempre. Soprattutto quando a sostegno di un'ipotesi troviamo una statistica, ipotizzando campioni di riferimento sufficientemente validi.
Nel privato, la donna che chiede il divorzio e se ne va rischia, e rischia grosso! Le statistiche snocciolano dati impressionanti: una vera e propria mattanza per quanto riguarda le donne uccise, senza contare le donne picchiate, stuprate dagli ex mariti e quelle alle quali non vengono corrisposti gli assegni di mantenimento. Ci sono uomini correttissimi e civili, ma sono ancora, purtroppo, una minoranza. Accanto a padri presenti anche dopo la separazione, molti sono quelli latitanti, convolati verso altri e più accoglienti lidi, tra le braccia di nuove compagne, quasi sempre molto più giovani della ex moglie. Sulla scia di un degrado culturale sempre più marcato, che recepisce e a sua volta accentua, la televisione impera e imperversa sciorinando veline e prezzemoline, mentre la scuola esalta il ruolo materno delle insegnanti, i padri si stravaccano davanti alla tv e i ragazzi crescono senza punti di riferimento validi... Non tutti, ma molti. Troppi genitori delegano alla scuola, già in forte affanno di suo, il compito di educare, non come istituzione in grado di affiancarsi,  ma di sostituirsi alla famiglia.
E a queste donne, che hanno perso o rischiano di perdere l'autonomia economica, compresse tra i valori tradizionali portati avanti dalla Chiesa e dalla famiglia, disorientate culturalmente dai falsi miti che la Tv propone, asservite a canoni estetici che sbandierano magrezze/bellezze patologiche, cosa posso suggerire? Di trovarsi discutere, confrontarsi... L'isolamento porta solamente all'accettazione, alla resa.

Assaggio di deserto


Giuditta ha postato una foto del sole che sembra quasi «sbocciare» in una mattina qualunque,  nel deserto…
Il deserto è sensuale e, come il corpo femminile è un'apoteosi di linee morbide, rosate… Nulla s'infrange, si spezza nel deserto. La sabbia, sollevata dal vento, si alza, vola. in un turbinio che rende incerti i contorni delle dune.
Penso che non  lo vedrò mai più.  Questo mai più si schianta, molesto, sulla serenità di un ricordo.
Il «mio deserto»  ha il colore e la consistenza della cipria, è caldo di sole che ha invaso il cielo, sole a picco che brucia la pelle, sole che si ritira cedendo il posto all'oscurità di un tramonto che veste di viola le montagne,  prima di scomparire in un ultimo guizzo di luce.
Il mio è stato solo un assaggio di deserto: per turisti occidentali da, giustamente, spennare---


I pensieri dell'alba...

Il presente è un fatto: ha un odore, un sapore, una consistenza che le dita possono toccare, carezzare, misurare... Passato e futuro sono pensieri, solo pensieri: ricordi il passato, speranze e sogni il futuro. Ricordi scelti, con attenzione, per diventare memoria che sostenga la fragilità di un "essere" che avremmo potuto (dovuto?) rendere diverso; speranze che spesso si riveleranno illusorie, sogni che andranno in mille pezzi come i bicchieri di cristallo del sevizio "buono" ricevuto in dono alle nozze...