lunedì 28 aprile 2014

Lucia, posso darti del TU?

Lucia, posso darti del TU? Quell'uomo che avrà spergiurato di amarti (lo fanno tutti), quell'uomo che non ti ha mandato un mazzo di fiori ma due sicari, incaricati di uccidere non te ma la tua bellezza, non è riuscito a toglierti la grazia, quell'eleganza piena di riserbo con cui ti muovi e sorridi. Nemmeno il sorriso è riuscito a toglierti, men che meno la grinta, la voglia di giustizia e quel coraggio che ti fa di scostare i capelli dal volto, non per esibirlo o imporlo, ma solo per farlo di nuovo tuo (e nostro), dopo che le le mani pazienti di altri uomini (per fortuna non sono tutti eguali) lo hanno ricostruito.



Scribacchina

Lei era una che scriveva, ma non da sempre, soltanto da quel giorno di settembre, luce chiara che svelava la stanza, rumore di traffico a spezzare il silenzio. Mentre il medico si schiariva la gola, aveva pensato «Ha gli occhi di un merlo».
Il merlo si era finalmente deciso a parlare.
"E' Parkinson" aveva detto.
Silenzio.
La parola era rimbalzata sulle pareti della stanza. Parkinson? Son, son, son,… Galleggiando sul rumore del traffico, aveva invaso le sue orecchie, bloccato la glottide incerta tra digerirla e urlarla. Una mano grassoccia aveva cercato la sua in uno sfiorarsi rapido di dita. 
I malati fanno ribrezzo. Paura.