domenica 30 novembre 2014

Pensieri vaghi sparsi su un mattino di pioggia...

Vogliamo tutelare la salute dei bambini evitando loro di avvelenarsi con un farmaco o confondere la varechina con l'acqua? Perfetto, ma mi volete permettere di usare l'una e l'altro? Se dimentico di farmi "svitare" le boccette di Madopar sono rovinata... Nella mia casa non girano più bambini, gira una donna con deficit motori... E' un modo come un altro per iniziare male la giornata.
Mi avvicino alla finestra. Piove, incessante scende da un cielo cupo, grigiastro una pioggia d'argento. Frettolosa, avvinghiata all'ombrello, passa una donna. Sbircia l'orologio e affretta il passo. E' probabile, data l'ora, che sia in strada per andare al lavoro. Mi mancano la Miki... il suo ron ron, i figli, i nipoti... Anche loro, anche loro.
Accendo il pc. Come decelerare la ricrescita dei capelli? Come perdere venti chili in un mese, le dieci regole da tenere presenti per fare una buona impressione a un colloquio di lavoro? Questo potrebbe servire a mia figlia. Leggo in fretta, scuoto la testa, sono ovvietà... Il resto è pura follia.
E' questo il nuovo che avanza? Non credo; è probabile si tratti del vecchio che resiste, perché una cosa è indubbia: il mondo sta cambiando, è già cambiato e noi siamo lì, con l'ombrello aperto, mentre il sole sale alto nel cielo e della pioggia rimane solo una traccia sottile sull'asfalto. 
Siamo nel bel mezzo di un cambiamento epocale. Epocale. riempie la bocca.... Io andavo al mare (miracolo economico permettendo) per due settimane, d'estate, ora si parte, in una nuvola di fuoco, per soggiornare nello spazio. Il bipede si è creato ali d'acciaio e ha imparato a galleggiare nell'aria, non solo nell'acqua. Leggero come una bolla di sapone. Forse se potessi muovermi così non avrei più mal di schiena... A fine secolo noi malati di Pk fluttueremo come meduse in case spaziali e non saremo più goffi e impacciati, ma eleganti, noi donne, e maestosi, quasi ieratici ( anche ieratico riempie la bocca), i maschi. Altro che cure con effetti collaterali. Si scoprirà che siamo stati solo le avanguardie di una nuova (fra le tante esistenti) diversità e che esistono mondi e spazi adatti a noi. Chissà se la Chiesa ci accetterà? I preti non amano i cambiamenti...
Eh sì, il futuro deve essere sognato prima di essere realizzato
I sogni, almeno quelli, non toglieteceli... 

mercoledì 26 novembre 2014

La classe operaia nella bufera

Mentre me ne sto qui, in queste giornate piene di nebbia, a pensare - che molto d'altro ormai non riesco a fare - mi vengono in mente i disoccupati, sì proprio loro. Li immagino come una lunga fila di persone, a testa china, incollati l'uno all'altro: in attesa. Cosa aspettano e cosa pensano? Come vivono, o meglio, come non vivono i disoccupati? Si alzano tardi perché si addormentano tardi, tardissimo... guardano film che la TV trasmette a ore impossibili, tanto loro non sono stanchi: sono soltanto angosciati e quindi cercano di distrarsi, ma invece di addormentarsi, sfiniti dal lavoro quotidiano davanti alla solita pappa americana tutta eroi ed effetti speciali, incominciano a vedere film di pregio. E' una televisione che era loro sconosciuta, che all'inizio li fa un po' sbadigliare, ma poi... Poi incominciano a pensare, con fatica si staccano dal pensiero ricorrente e angosciante che domina il loro cervello, quel posto di lavoro perduto diventato nel ricordo simbolo di un Eldorado da sogno. Guardano film intelligenti e scoprono di avere un cervello, anche se per molto, forse troppo, tempo lo hanno ignorato: al punto di credere all'ometto i turno, uno dei tanti che pullulano nel bel paese, che snocciolava bugie come una mitragliatrice proiettili, che prometteva una crescita economica inarrestabile, il posto di lavoro sicuro, ricchezza e benessere a portata di mano. Capiscono di essere stati ingannati, sfruttati e poi "gettati a mare" come la zavorra di una nave in un mare in tempesta. Lo sconforto diventa rabbia, si colora di umiliazione mentre scatta l'invidia, esplode la collera. A volte a farne le spese sono figli e mogli, oppure i genitori, dai quali si è ritornati per avere un tetto sulla testa, instaurando convivenze impossibili. Si oscilla tra la depressione che uccide e la rabbia che fa uccidere. Serpeggia la ribellione, lievita come un dolce appena infornato. Una generazione fatta a pezzi apre gli occhi sul deserto che l'avidità dei padri ha lasciato in eredità ai figli. I progetti, i sogni si rivelano illusioni, pure illusioni, si vive all'insegna della provvisorietà, si naviga a vista, come navi nella nebbia. Nemmeno i più ottusi potrebbero pensare a una crisi congiunturale: è in atto un cambiamento epocale la cui portata è imprevedibile, anche se qualcosa sembra emergere dalla nebbia.
Sarà un mondo più povero, molto più concorrenziale: un mondo nel quale l'America e l'Europa faranno i conti con la Cina, l'India e altri paesi emergenti, altre culture... Sarà un passaggio di consegne morbido o strideranno cupe le armi? Il  potere non si concede, né si cede. Si conquista, si strappa a chi lo detiene.
Speriamo che i nostri giovani, obbligati a smettere la tuta, non indossino la divisa... Sarebbe l'ultimo schiaffo del Potere a una generazione che ha già pagato un prezzo altissimo.

domenica 23 novembre 2014

Il nuovo che avanza?

Alessandra Moretti concede un'intervista in cui precisa che le donne in carriera (politica naturalmente) debbono piacere. Soprattutto. Per il programma che si propongono di attuare, per un nuovo, rivoluzionario modo di farla, questa politica? Oh, no, debbono piacere per l'aspetto che hanno, il colore degli occhi (sapientemente bistrati per metterne in evidenza la bellezza), il taglio dei capelli... e via discorrendo. Ma questo -  curare più che la preparazione l'aspetto -  me lo consigliava mia madre quando andavo a dare gli esami all'università... E, già allora, secoli fa, m'imbufalivo.
La Moretti "rivendica" il suo diritto a essere bella? E chi mai glielo contesta! Il fatto è che la suddetta Alessandra dovrebbe farsi portavoce di ben altri diritti, calpestati e/o ignorati, delle donne. Il diritto ad avere un lavoro, il diritto a  non sentirsi chiedere in un colloqui per la selezione del personale "Lei ha intenzione di avere un figlio?" dovendo rispondere: "No, non in questo momento", mordendosi la lingua, perché la risposta immediata, diretta, sarebbe un bel "Ca..i miei!". Senza contare il diritto a non essere pagate meno degli uomini, a non dover combattere quotidianamente con la mancanza di asili nido, strutture per gli anziani e via discorrendo.
L'avvocato Moretti "corre", tutti i giorni., ma non certamente per difendere i diritti calpestati delle donne. Ci tiene, infatti,  farci sapere che "corre" per un altro motivo: mantenersi snella e piacente.
E l'avvocato Alessandra Moretti sarebbe il "nuovo che avanza"?

giovedì 13 novembre 2014

La chiesa sappia tacere, capire... e rispettare.

Il dolore posso anche sopportarlo, ciò che non reggo è la sua inutilità. Si soffre molto per mettere al mondo un figlio, è un dolore che non si dimentica, come mai più si dimenticherà quel fagotto di carne arrossata, bagnata, le mani incredibilmente piccole, gli occhi che frugano ciechi in quel mondo sconosciuto, rumoroso, luminoso, al quale solamente un profumo noto, una voce conosciuta, il tepore di un abbraccio ci sottrarranno assicurandoci protezione... Quella (della nascita) non è solo un'epopea del dolore, è anche avventura al  limite del possibile che alimenterà storie, racconti, ricordi, ma il dolore che accompagna una malattia che non concede scampo, che umilia il carattere e squassa la carne, è esperienza di tutt'altro genere. Non c'è ricompensa, né medaglia al valore che ci possa o voglia premiare. All'ultima stazione arriviamo tutti, chi prima chi dopo; sappiamo di dover morire, ma essere strappati alla vita con la ferocia del dolore, no, non è destino di tutti. Qualcuno si ribella, sulle labbra gli fiorisce una parola: dignità. La morte è un insulto sempre, anche quando colpisce un anziano, dio ci salvi quando sbarra la strada a un giovane, a un bambino...
Si può scegliere la morte per salvare un altro essere umano, per conquistare in guerra una postazione. E' possibile offrirsi volontari per un'azione suicida. Perché non per salvare la propria dignità? Ed è proprio la dignità che quella giovane donna americana, affetta da un cancro all'ultimo stadio, ha voluto salvare. 
La chiesa sappia tacere, capire... e rispettare.

Ci sarebbe stata la vittoria del Piave, senza la sconfitta di Caporetto?

Sono stata male, molto male. Primo problema il dolore del corpo: ormai ci convivo, devo conviverci... I medici scuotono il capo e offrono quello che hanno, la terapia del dolore a base di oppiodi, cortisone e antidepressivi. Rimbambita, farmaco-dipendente e ancora in grado di avvertire il dolore... "El tacon pies del bus" si direbbe dalle mie parti.
E così il dolore, che io visualizzo simile a una notte d'inverno, gelida e nera, abbandonata anche dalle stelle, si tinge di rosso. Esplode la rabbia. Verso chi? Verso tutto ciò che mi capita a tiro: i medici, quel qualcosa d'indefinito che chiamiamo destino, il mio corpo fragile e malato. Affiora la paura: di uscire, cadere, svenire, peggiorare... morire. La razionalità va a farsi friggere, dei libri che mi circondano farei un falò. Dimentico di secoli di evoluzione il pensiero si rintana nel cervello rettile e vi affonda. Unica arma a mia disposizione? La clava che farei - se ne avessi la forza - roteare sul capo... dei sani. No, anche l'invidia! E' troppo, veramente troppo.
Perché questa esibizione di miserie?
Tra un crampo, uno spasmo e una fitta ho seguito la crisi profonda del gruppo (About Parkinson), ma utilizzando il cervello "evoluto" , issata su quella cattedra che tanto infastidiva i miei figli. Da lì si vede tutto, ma non si capisce nulla. Penso - ma è una mia opinione - che per "capire" si debba partire dai sentimenti considerati meno nobili, quelli che scatenano gli odiati sensi di colpa, dimenticando che non si può essere colpevoli di ciò che si "sente", ma solamente di ciò che si fa. Ripeto, è solo una mia opinione, ma per noi (Parkinsoniani), che siamo gente in guerra, devono valere altre regole.
Io credo nel valore potente dell'errore o degli errori.
Ci sarebbe stata la vittoria del Piave, senza la sconfitta di Caporetto?