martedì 13 maggio 2014

Non ci resta che rinforzare gli argini

E' un fiume: di parole, dati e date, idee, progetti. Non si arrabbia quasi mai o controlla la rabbia? Il sorriso stempera qualche parola dura infilata qua e là, non contagia né illumina gli occhi. Mai. Scatta automatico a comando: gli occhi, specchio dell'anima, riflettono il nulla. Ognuno può vederci ciò che vuole, qualsiasi cosa lo  rasssicuri. In fondo, con quella faccia da Zelig di gomma, risulta simpatico, apparentemente aperto. Disponibile. E' nato così o lo hanno costruito? Data la natura malleabile di cui ha goduto fin dalla nascita (sono un po' tutti così gli intrepidi boy scout) non è stato difficile aggiustarlo. E' stato sufficiente modificarlo solamente un po'.
Sorride e... spara, le spara. Grosse. Sono parole ma sembrano proiettili. Di mitragliatrice.
Quando (e se finisce di parlare) ti lascia esausto. Ti porti a casa promesse, tante, efficienza, molta, verifiche o approfondimenti, pochi. Non lascia spazio agli altri,  nemmeno ai loro dubbi e/o eventuali contestazioni.
Come un fiume in piena, dilaga.
In estrema sintesi dice: "Ghe pensi mi". A cosa? A tutto, naturalmente.
Il prototipo è americano con aggiunta di "colore locale".
E' una variante italiana del modello americano, quindi spopola.
E' Matteo, il Renzi!
Non ci resta che rinforzare gli argini...

venerdì 9 maggio 2014

            


                BRING  BACK  OURS  GIRL!!

mercoledì 7 maggio 2014

Il mondo delle donne

E' uno stillicidio continuo di atteggiamenti e battutine, occhiate denigratorie che ti creano intorno un invisibile confine che ti rinchiude, ti isola, ti differenzia. Quante volte mi è successo, come donna, di essere trattata con sufficienza, con condiscendente bonomia? L'immagine di sé prende forma anche, come in un complesso gioco di specchi, da ciò che di noi gli altri ci rimandano. E in questo senso poco è cambiato rispetto a quaranta o cinquant'anni fa.
La riforma del diritto di famiglia, le leggi sul divorzio, l'aborto, lo stupro considerato, finalmente,  reato contro la persona e non contro la morale, hanno a mio avviso anticipato un cambiamento di mentalità, dando valenza normativa a comportamenti non sempre codificati dalla cultura e dalla società. Come viene ancora mediamente vista la donna? Quanto è ancora fissativo lo stereotipo femminile "tradizionale"? E, domanda ancora più inquietante, quanto questo modello di riferimento risulta ancora invariato per le stesse donne? La discriminazione di genere si allarga a macchia d'olio: le donne sono le prime a perdere il posto di lavoro. Perché scegliere una donna rischiando, per esempio, un congedo per maternità? Non parliamo poi delle difficoltà di conciliare lavoro e maternità, in un Paese dove "l'angelo del focolare" non piace molto agli imprenditori, ma incontra il favore della Chiesa e dell'opinione pubblica.
Ma i figli non dovrebbero essere una ricchezza per la società? Allora perché la maternità entra in rotta di collisione con le scelte imprenditoriali?
E gli uomini come la pensano?
Le generalizzazioni non hanno senso: il mondo maschile è variegato e i comportamenti differiscono, ma non sempre. Soprattutto quando a sostegno di un'ipotesi troviamo una statistica, ipotizzando campioni di riferimento sufficientemente validi.
Nel privato, la donna che chiede il divorzio e se ne va rischia, e rischia grosso! Le statistiche snocciolano dati impressionanti: una vera e propria mattanza per quanto riguarda le donne uccise, senza contare le donne picchiate, stuprate dagli ex mariti e quelle alle quali non vengono corrisposti gli assegni di mantenimento. Ci sono uomini correttissimi e civili, ma sono ancora, purtroppo, una minoranza. Accanto a padri presenti anche dopo la separazione, molti sono quelli latitanti, convolati verso altri e più accoglienti lidi, tra le braccia di nuove compagne, quasi sempre molto più giovani della ex moglie. Sulla scia di un degrado culturale sempre più marcato, che recepisce e a sua volta accentua, la televisione impera e imperversa sciorinando veline e prezzemoline, mentre la scuola esalta il ruolo materno delle insegnanti, i padri si stravaccano davanti alla tv e i ragazzi crescono senza punti di riferimento validi... Non tutti, ma molti. Troppi genitori delegano alla scuola, già in forte affanno di suo, il compito di educare, non come istituzione in grado di affiancarsi,  ma di sostituirsi alla famiglia.
E a queste donne, che hanno perso o rischiano di perdere l'autonomia economica, compresse tra i valori tradizionali portati avanti dalla Chiesa e dalla famiglia, disorientate culturalmente dai falsi miti che la Tv propone, asservite a canoni estetici che sbandierano magrezze/bellezze patologiche, cosa posso suggerire? Di trovarsi discutere, confrontarsi... L'isolamento porta solamente all'accettazione, alla resa.

Assaggio di deserto


Giuditta ha postato una foto del sole che sembra quasi «sbocciare» in una mattina qualunque,  nel deserto…
Il deserto è sensuale e, come il corpo femminile è un'apoteosi di linee morbide, rosate… Nulla s'infrange, si spezza nel deserto. La sabbia, sollevata dal vento, si alza, vola. in un turbinio che rende incerti i contorni delle dune.
Penso che non  lo vedrò mai più.  Questo mai più si schianta, molesto, sulla serenità di un ricordo.
Il «mio deserto»  ha il colore e la consistenza della cipria, è caldo di sole che ha invaso il cielo, sole a picco che brucia la pelle, sole che si ritira cedendo il posto all'oscurità di un tramonto che veste di viola le montagne,  prima di scomparire in un ultimo guizzo di luce.
Il mio è stato solo un assaggio di deserto: per turisti occidentali da, giustamente, spennare---


I pensieri dell'alba...

Il presente è un fatto: ha un odore, un sapore, una consistenza che le dita possono toccare, carezzare, misurare... Passato e futuro sono pensieri, solo pensieri: ricordi il passato, speranze e sogni il futuro. Ricordi scelti, con attenzione, per diventare memoria che sostenga la fragilità di un "essere" che avremmo potuto (dovuto?) rendere diverso; speranze che spesso si riveleranno illusorie, sogni che andranno in mille pezzi come i bicchieri di cristallo del sevizio "buono" ricevuto in dono alle nozze...

venerdì 2 maggio 2014

Labirinti moderni

Ho i capelli, i pochi che possiedo, ormai sparati. In tutte le direzioni. Ho deciso che non posso continuare questa guerra con il pc. Devo imparare a utilizzarlo usando il cervello, non picchiando a caso sui tasti.
Una settimana fa il mouse wifeless... Alt, il pc mi segnala in rosso l'errore. Ma cosa vuole? E' w non v:  sono sicura. Wife si scrive così, significa moglie. Moglie? Senza moglie?! E' wireless, senza fili... Oh, my God!
Be', continuiamo: il giorno successivo chiamo Miki (il supertecnologico!), mi  siedo accanto a lui e mi faccio spiegare come posso fare acquisti su Amazon: li fanno tutti, c'è una vastissima scelta di prodotti, te li portano a casa, costano meno. Insomma, per farla breve, dato che il mouse non funziona - ma quello wireless non doveva durare di più? -, sono fermamente decisa ad acquistare il prossimo su Amazon. Non prendo appunti: è semplice. Miki conferma. "E' facilissimo" - dice, e io sorrido con aria di superiorità. Sono pochi e intuitivi - ribadisco intuitivi - passaggi. Suggeriti da indicazioni chiare. Chiarissime. Impossibile dimenticarli.
Tre giorni dopo - non tre anni, tre giorni  - mi tornano alla mente le parole del mio professore di statistica all'università. Diceva: in statistica l'evento impossibile non esiste: esiste l'evento altamente improbabile... C'è insomma una probabilità infinitesimale che avvenga ciò che si nega. Sarà infinitesimale ma succede a me, proprio a me. Le videate su Amazon si susseguono in rapidissima successione   - il dito sudato si appiccica su quel riquadro che sta sotto la tastiera - pagine scompaiono di loro iniziativa, scorrimenti lentissimi si alternano ad altri "sparati" , ma la cosa peggiore è che non ricordo nulla. Come diavolo si paga? Perché non ci mettono, a carrello pieno, un bel "PAGAMENTO"? Evidenziato in giallo - è un colore che si nota - scritto in neretto e a caratteri cubitali. Ormai l'ordine in qualche maniera è stato fatto, ma se non dovessi riuscire a pagare cosa potrebbe succedere? Beh, non è mica emissione di assegni a vuoto, ma non bisogna dimenticare che siamo in Italia: per un'evasione fiscale miliardaria si va a fare compagnia ai vecchietti, per venti euro di mouse non pagati si rischia magari la galera. Nonna Ina lo diceva sempre: "Sei nata sotto una cattiva stella, ti succedono le cose più improbabili... ". Infatti.
Mi prende l'ansia, seguita a ruota dalla rabbia. Vago tra le pagine del sito come in un labirinto: delle modalità di pagamento non c'è traccia, sono però decisa a risolvere il problema da sola. A costo di stare su quel maledetto computer, appollaiata come una cornacchia, per gli ultimi anni che mi restano da vivere. Poi mi viene un'idea brillante - diciamo luccicante - e digito "Come si fanno acquisti su Amazon?" e, dopo aver letto cinque risposte oscure più delle previsioni di Nostradamus, scovo un sito alla mia portata e la memoria ritrova qualche brandello della spiegazione di Miki. "Quale forma di pagamento sceglie?" recita, finalmente, una scritta sciorinando davanti ai miei occhi, ormai imbambolati dalla stanchezza, tutte le possibilità di pagare un acquisto fatto. Mai stata più felice di sborsare dei soldi.
Ci sono. C'è tutto. Sulle condizioni di consegna mi perdo di nuovo, mi indicano a un tratto un 5 maggio - chissà di che anno? - e io aderisco decisa, così come s'infila il primo corridoio con sopra scritto "uscita" in una metropolitana sconosciuta, pur di uscire da quel reticolo sotterraneo adatto ai topi più che ai cristiani.
Poi saranno le stelle a orientarci. Ed è alle stelle che mi affido per l'utilizzo del mouse, quando e se mi arriverà a domicilio. Per il momento, sono riuscita solamente a comperarne uno. Almeno spero.
Oggi - due maggio - è arrivato un corriere. Mi ha consegnato un pacco. Conteneva tre mouse: della stessa marca...
Melius abundare quam deficere.