lunedì 29 luglio 2013

Come a Vienna nel '14...

Spalanco la finestra(quella che dà sul cortile orfano dei pini) e mi aggredisce un cielo grigio: il sole nascosto sotto strati di nuvole in corsa… Un borbottio di tuono in lontananza? No, sono solo i miei sensi che danno un contentino ai bisogni che avverto. Le jour où la pluie viendra, nous serons, toi et moi…  Becaud cantava, con me, con lui…
I ricordi chiari, nitidi  narrano una storia ben nota: li ho selezionati con cura perché la supportassero. Ogni tanto ne irrompe uno, a tradimento, scompiglia le carte, crea angoscia: quella che la verità, tanto invocata a parole, scatena in ognuno di noi.
Sto rileggendo L'amore ai tempi del colera di Marquez (l'accento giusto sulla a non so dove trovarlo). L'avevo letto quando la vecchiaia era soltanto un rischio lontano, vago - sul quale scherzare -  non un nemico con il quale combattere ogni giorno ben conscia dell'inevitabile sconfitta.
Nell'Emilia rossa si accendono i fuochi estivi delle Feste dell'Unità, sui tavoli gira, come sempre, la torta fritta con i salumi, i compagni si abbracciano, si balla il lissio… 
Come a Vienna nel '14, come sul Titanic, aperto come una scatoletta di tonno da un iceberg, si affronta l'abisso a passo di danza…