venerdì 12 luglio 2013

Malala

Come Nelson  Mandela, come Martin Luther King, come altri che non dimenticherò mai, Malala, questa ragazzina dagli occhi grandi e profondi, neri come la notte, ha conosciuto la paura, ha conosciuto il dolore ma ha scelto il coraggio. L'ho sentita parlare all'Assemblea dell'Onu, un discorso senza fronzoli, senza odio, senza retorica. Con voce ferma, pacata ha detto: "Non mi faranno tacere... " E' una dichiarazione di guerra, ma senza fanfara o squilli di tromba. E' pronta a ricominciare. Chiede di avere accesso a ciò che ritiene un diritto, suo e di tutte le donne, l'istruzione. Come un uomo.
I talebani hanno cercato di fermarla sparandole alla testa. Hanno sbagliato persona: quella ragazzina non è pane per i loro denti... Uccide chi non ha autorevolezza, cultura, passione e, ripeto, coraggio. La violenza è l'arma dei vigliacchi. Molte donne che l'avevano ascoltata in silenzio, dopo quelle pallottole hanno alzato  la testa, hanno scelto la ribellione... Lei non ha avuto parole di odio per chi ha tentato di ucciderla. Le persone speciali in questo si somigliano: sono invase dal coraggio (di avere paura) come spiagge dalla marea; ucciderle o tentare di farlo, non è solo inutile, è stupido: serve solo a far traboccare quel coraggio, a farlo scorrere come sangue vivo per villaggi e città, a centuplicarlo... Come i pani e i pesci di cristiana memoria.