mercoledì 5 giugno 2013

Specchio e immagine

Avete mai notato, ragazze, quanto possano essere incontrollabili e ambigui gli specchi? Quelli di casa in qualche modo, come cavalli ormai avvezzi al morso, li abbiamo domati, ma gli specchi esterni, estranei, quelli che sbucano a tradimento, si illuminano e ci illuminano spietati senza preavviso impedendoci l'astuzia  della "messa in posa", be', da quelli non possiamo difenderci. Cosa cerchiamo in uno specchio? La nostra immagine? Sì, ma la faccenda è complessa: tra essere e apparire  ne passa... Tra noi e gli altri c'è la nostra immagine che spesso non ci corrisponde, che, a volte, ci salva - benevola, caricatevole - a volte, ci tradisce. Gli altri ci vedono, noi ci immaginiamo. E' strano: questa immagine di noi di solito non invecchia, agli occhi dell'anima, la nostra anima, siamo sempre giovani, intatte, come se il tempo si fosse fermato. Nello specchio impietoso di un ascensore a chi non è capitato di chiedersi: "Chi è quella/o?", ma soprattutto: "Chi è l'estranea/o che lo specchio inquadra?" prima di scoprire, sorprese, che l'immagine riflessa nello specchio era la nostra. Chissà come ci vedono gli altri? Occhi, bocca, naso... eguali, ma lo sguardo va interpretato...
L'interpretazione è soggettiva, quindi gli altri non hanno di noi una visione univoca. Tanto più la faccenda si complica sul pc dove non siamo solo immagini, ma addirittura immagini fotografiche. Gli indiani - a mio avviso correttamente - non si facevano mai fotografare, perché la fotografia "rubava l'anima". Una bocca ridente può dissimulare la tristezza di uno sguardo, facendoci dubitare di averla colta, ma la fotografia ha già immortalato nel volto ridente, di quello sguardo tutta la malinconia, a dispetto dell'abito dai colori sgargianti, della bocca che straripa allegria... Sul pc scegliamo se e quali fotografie inserire, quasi scegliessimo un'identità; sul pc possiamo scegliere anche di mentire, travisare la realtà, saltando il confine incerto che la separa dalla fantasia. L'importante è non mentire a se stessi, non trasformare la bugia in menzogna, la fantasia in patologia. Perché il rapporto con lo specchio può diventare abbraccio mortale, dolore, follia... "Chi è la più brutta del reame?" può diventare la domanda che angoscia l'anima (anche della più bella tra le donnee).
La protagonista di un romanzo che ho letto - sentendo scivolare  su di sé, mentre si guarda allo specchio, lo sguardo dell'uomo che la ama, nel momento in cui il rapporto tra loro è così profondo da consentirle di vedersi con gli occhi di lui - coglie per un istante, confusamente, la propria bellezza.. E' allora, soltanto allora, che intuisce (?) il mistero della vita e, soprattutto, il miracolo dell'amore.

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