domenica 12 agosto 2012

Donne e democrazia

Non avrei mai immaginato che una democrazia potesse continuare ad apparire tale, conservando ben più di una parvenza di legalità normativa e, contemporaneamente, sbriciolarsi.
Morire di fame o morire di cancro... Questa è l'alternativa offerta agli operai dell'Ilva? Pagare il "pizzo" alla mafia o essere ammazzati? Restare in Italia, disoccupati a vita, oppure fare la valigia ed emigrare? Altra alternativa concessa ai cittadini, quelli più giovani e "dotati", mentre a quelli "datati" si offre la catena (di montaggio)... a vita. Come, neanche più, ai cani.
La democrazia, quella sintesi di libertà, eguaglianza e giustizia che questa parola riassume, già corrosa e indebolita, rischia veramente di diventare un contenitore vuoto, un alibi per delinquere, un concetto senza spessore, privo di significato. 
L'unica risposta non è l'antipolitica, ma la politica quella seria, serissima, e l'esercizio del voto, dopo aver ripristinato una corretta rappresentatività politica.
I miei figli parlano di diritti, ingiustizie, problemi, ma poco, pochissimo, di politica. A causa mia? Non lo so, ma mi sembra un atteggiamento sbagliato, comprensibile ma sbagliato. Ignorare la politica significa lasciarla decidere agli altri, demandare senza scegliere né controllare, tanto "i politici sono tutti ladri".
Soprattutto voi, ragazze, che giustamente protestate perché siete ancora (e pesantemente) discriminate sul luogo di lavoro (ed è soltanto la punta dell'iceberg), non dimenticate che il voto concesso alle donne è  conquista  - se vogliamo - recente: le vostre nonne andarono a votare per la prima volta nel 1946! Non gettate alle ortiche una conquista così importante: senza politica non può esserci democrazia e senza democrazia la libertà... ve la scordate. Per sempre!