martedì 3 luglio 2012

Tecnologia e fantasia

                   Fa caldo, un caldo afoso, umido, che toglie le forze e fa sudare. Le prime ore del mattino sono le più fresche, quelle che amo di più, anche se non ho mai sofferto nemmeno nella stagione invernale di quel risveglio "difficile" che caratterizza molte persone. Anche oggi, pur non avendo motivi per affrontare la giornata con il sorriso, me lo concedo... Da quando poi ho scoperto il pc, mentre ingoio il caffè, pigio un tasto e mi sento come a teatro: sul palcoscenico va in scena il mondo. Persone che non ho mai visto, che probabilmente nemmeno riconoscerei se dovessi incontrarle per la strada, mi salutano. Sono abbracci di parole, confronti di idee, momenti di emozioni comunicate. E' bello, è confortante, è divertente... E' istruttivo, è un "sapere" che viene accresciuto dall'apporto di tanti/tutti e condiviso. Ognuno porta le proprie esperienze, emozioni  e conoscenze... Scatta, prima o poi, una sintonia: là fuori, nel web, scopri un fratello, una sorella d'anima (anche se non di sangue); approfondisci concetti, ottieni informazioni, chiarisci - mentre altri prendono forma - dubbi.
                  E' una modalità diversa di comunicazione: mancano la gestualità, gli odori, il suono della voce, tutta la materialità che il corpo esprime, ma anche la "pesantezza", l'ingombro che caratterizzano quel corpo, soprattutto in una società che, come la nostra, privilegia l'immagine. Belli o brutti, giovani o vecchi, malati o sani, eleganti o sciattoni comunichiamo tutti con quella modalità uniformatrice e potente che è la parola, che diventa espressione del cervello e dell'anima.
                Questo mondo virtuale che ci accoglie è fatto di anime, cervelli, parole... e fotografie: che spetta però a noi scegliere, selezionare e che spesso ci fanno apparire, nella loro fissità immobile, lontani e polverosi come le fotografie dei morti sulle lapidi. E' un mondo che può alimentare, nei casi peggiori, la finzione e l'inganno, ma può anche scegliere di muoversi lungo il crinale sottile dell'immaginazione, dell'ambiguità, del gioco scenico, quasi un Carnevale veneziano esteso al mondo per privilegiare la fantasia e consentire il gioco sapiente del teatro.
                   E' tecnologia alla quale, però, possiamo conferire la leggerezza impalpabile della fantasia.