mercoledì 27 giugno 2012

Pomeriggio a Milano

Una Milano accaldata, sudata, mi accoglie. E' distratta, ha troppe cose (serie) da fare. Non si ode una risata, noto che nessuno gira con il bastone. Come me. Mi cedono il passo e il posto sulla metropolitana, con un pizzico di fastidio, una considerazione che affiora nello sguardo "Chi non è efficiente... a casa, davanti alla tv, non per strada a intralciare " . Non si sente un pianto di bambino, anche le parole scarseggiano, sovrastate dal rumore. C'è, latente, una sensazione di attesa. Milano aspetta, come il resto del Paese.
I negozi sono vuoti, le commesse viste dalla vetrina, sembrano pesci rossi in un acquario. Lacerante sovrasta il rumore la sirena di un'autoambulanza.  Il caldo ha fatto un'altra vittima -  penso. Lo studio del mio dentista è un'oasi di aria condizionata, musica in sordina e disponibilità affettuosa. L'igienista dentale mi prende sottobraccio e non mi chiede nulla, ma Il sorriso è più ampio del solito: ha bellissimi denti, bianchi e forti.
Alla stazione centrale, Luciana ( mia sorella) e io ci godiamo la folla eterogenea  come fossimo a teatro. 
"E quella?" E' lì, impacciata, rigida sui tacchi troppo alti, in attesa.
"Aspetta un uomo" rispondo sicura. (Sono io la fantasiosa, la Lusi è razionale e attenta ai particolari...).
"Avrebbe indossato un vestito più sexy" dice.
"Troppo esplicito" commento.
La ragazza dà un'occhiata all'orologio. Ansiosa.
"Eccolo!"
Lei si muove per andargli incontro. Lui affretta il passo. Si scontrano e, come due fiumi a formare un lago, si fondono. Poi si allontanano, in silenzio, i corpi che si sfiorano...
La Lusi mi solleva dal sedile. "Muoviamoci, lo sai che sei lenta come la quaresima... " mugugna.
Ricordi e rimpianti luccicano nei miei occhi.