domenica 17 giugno 2012

Onesto, onestino, onestuccio...


All'interno del Parlamento si scannano. Vecchietti che parevano così distaccati, distinti, pardon, distanti (quando si trattava di aumentare le tasse e tagliare i servizi ai cittadini)  hanno il sangue agli occhi ... Eh, già, l'oggetto del contendere  è la corruzione, qualcosa  che li riguarda da vicino, qualcosa che per molti di loro (non tutti) è carne della loro carne, è struttura portante della personalità, è un modo di essere, prima che di fare, che si è evoluto raggiungendo livelli di complessità tali da richiedere l'inserimento nella normativa anti-corruzione di nuove modalità di reato come la concussione per induzione.
E' il tentativo che uno Stato di diritto fa di imporre per legge un limite al Potere quando mostra il suo volto peggiore, quando non deve nemmeno chiedere per ottenere, quando "induce", non "costringe" a dare o fare. Anche con una semplice telefonata o un aggrottare di sopracciglio. 
Punita in maniera inferiore consentirà la riduzione dei tempi di prescrizione e punirà anche il privato indotto alla dazione o alla promessa. Sappiamo "chi" si è salvato spesso (troppo spesso) grazie alla decorrenza dei termini di prescrizione, e non possiamo non prevedere che molti imprenditori pagheranno in silenzio nel timore di essere incriminati.
Luci e ombre di una legge difficile da scrivere e da far approvare... e mi sono limitata ad esaminarne un articolo, ma il motivo del mio turbamento è un altro. Povero quel Paese che ha bisogno di stilare norme che definiscano l'onestà, tracciandone i confini, differenziandola in classi di appartenenza: onesto, onestino, onestuccio... Povero, e non di denaro, di valori!