lunedì 16 aprile 2012

Passera sbatte gli occhietti davanti allo sguardo indagatore dell'Annunziata e... cinguetta. Abilmente, ma cinguetta. "Stiamo (noi tecnici) procedendo nel modo migliore", afferma, "anche se questa che stiamo vivendo è  la fase peggiore della crisi, ma... abbiate fiducia, ne  usciremo, ne usciremo". Poi, la rassicurazione di rito: "Non siamo la Grecia... " e sorride, con la faccia da bravo bambino, aggiungendo quella larvata minaccia "almeno fino a quando... ". 

La trattativa sul lavoro, ritmata da una serie di incontri/scontri, duri come un combattimento sul ring, ha fatto capire molte cose a noi cittadini, ma soprattutto il livello di condizionamento imposto dalla politica e subito dai tecnici. Abbiamo preso atto di quanto la politica sia improvvisamente diventata  attiva in vista delle elezioni comunali e della riscossione dei rimborsi elettorali. Qui si tratta di potere e denaro, ragazzi, sangue del loro sangue  Rivitalizzati dal profumo dei soldi, anche i vecchietti della politica si sono alzati dai loro scranni e hanno cominciato a protestare, creando ulteriori difficoltà al governo. 

Ora, però, cominciamo a intuire la verità:  a spizzichi e a bocconi abbiamo iniziato a vedere ciò che, fino a pochi mesi fa, avevamo soltanto intuito. Il "pifferaio magico" tace. Finalmente. Ma la realtà che ci circonda è desolante: non c'è più una sostanziale divisione dei poteri, con Montesquieu che si starà rivoltando nella tomba. L'esecutivo, il governo, legifera a colpi di "fiducia"; la Magistratura gira a vuoto in uno stagno paludoso, sommersa dai processi che finiscono sul binario morto della prescrizione e che non consentono di processare i "ladri di regime", protetti dall'immunità parlamentare (e taccio sulla scandalosa sentenza emessa in secondo grado sulla strage di piazza della Loggia, e sui suoi inquietanti contorni). Abbiamo un doppio governo: uno di tecnici e uno di politici, in costante rotta di collisione come due ringhiosi "separati in casa" chiamati, i primi, a fare "il lavoro sporco" che avrebbe potuto far vacillare le poltrone dei secondi alle elezioni... Usati, insomma, ma mal tollerati  e, soprattutto, legati gli uni agli altri non da unitarietà d'intenti, ma dal cappio di un doppio ricatto. Pericoloso e miserevole rapporto. 

Ma il ministroPassera sorride e cinguettando rassicura. Costretto dall'evidenza dei fatti, ammette solo che siamo al top della crisi, ma non ci comunica nulla di nuovo, purtroppo, e men che meno di rassicurante.