sabato 26 novembre 2011

Storia di nebbie e acquitrini (Puntata n°11 - Parte seconda)

Tutto era filato liscio: la macchina era stata nascosta nel fienile di Massimo, uno dei loro sul quale sapevano di poter contare; un caffè, finalmente caldo, per rinvigorli e poi, gambe in spalla, i fuggitivi avevano scarpinato a lungo seguendo viottoli che li avevano portati a ridosso del confine con la Svizzera.
"Questo breve tratto è 'terra di nessuno'. Correte, pensate soltanto a correre... " Si erano abbracciati: il Professore che si perdeva, piccolo e nero, contro il torace ampio e muscoloso del compagno; ancora una manata sulle spalle e via! Via di corsa, sentendo l'erba crepitare sotto le scarpe e il sangue rombare nelle orecchie... 
Poi, non avrebbero saputo dire quando, si erano fermati, dopo essersi intrufolati strisciando pancia a terra attraverso quel varco che gli Svizzeri fingevano di non vedere. Avevano puntato gli occhi sul bosco che si ergeva compatto alle loro spalle, avevano fatto ancora un cenno con la mano e poi, la tensione che si allentava, avevano rallentato il passo, respirando quell'aria che sembrava entrare più leggera nei polmoni. 
Erano salvi! Erano liberi!
Passarono davanti a una cascina: una donna stendeva ad asciugare dei panni bagnati. Canticchiava a mezza voce. Dalla stalla giungeva un battere di zoccoli... Si fermarono, scambiandosi uno sguardo: la normalità esisteva ancora, e il paesaggio ordinato che la valle svelava stava lì a sbandierarla in tutta la sua pacata concretezza.
"Scusi, la stazione ferroviaria più vicina?" 
La donna sorrise rispondendo: "E' a qualche chilometri da qui... "
"Possiamo riposarci un momento?" domandò il Professore, crollando a sedere sul ciglio della strada.
"Dobbiamo muoverci... " sussurrò l'altro.
"Siete fortunati, mio marito porterà, tra poco, il  latte al casaro; a meno di due chilometri dal  caseificio c'è la stazione. La volete una tazza di latte? E' ancora caldo: appena munto!"
"Possiamo sdraiarci un momento nel fienile?"
"Se volete entrare in casa... "rispose la contadina.
"Ci basta il fienile e, quanto al latte, lo accettiamo volentieri".
Nonostante l'aria stremata, l'uomo più giovane e minuto, l'ultimo che aveva parlato, s'imponeva. Calmo e sicuro aveva quello sguardo che a volte hanno i bambini, ma soltanto quelli cresciuti troppo in fretta e depredati dell'infanzia.

(continua... )