giovedì 27 ottobre 2011

Storia di nebbie e acquitrini (Puntata n°6 - Seconda parte)

"Ma che uomo sei? Che uomo sei?" mormorò Marilena riprendendosi dal suo intontimento, ma Gualtiero la zittì, quasi infastidito per le interruzioni della moglie. Il lato oscuro della sua anima, che veniva a galla risalendo alla superficie dopo anni di silenzio, traboccava gonfio di brutalità, come il grande  fiume quando faceva esplodere gli argini, invadendo con le sue acque limacciose e giallastre la terra, abbattendosi sulle case, devastando campi e vigneti, violento  e incontenibile...
Gualtiero riprese a raccontare: "Erano lì, sotto le fronde degli alberi, il fiume non si vedeva, si sentiva soltanto frusciare poco lontano, l'Antonia abbracciata al marito che le sussurrava qualcosa, lei che rideva piano, trattenendosi. Inermi. Desmo piombò loro addosso, Ninetto urlò alla moglie 'Scappa, scappa... ' e l'Antonia fuggì, scomparendo tra i cespugli, i capelli che s'impigliavano nei rami degli arbusti, un ultimo sguardo scambiato con il marito, conscio di ciò che stava accadendo, consapevole".
"Tu non hai fatto nulla? Sei rimasto lì a guardare?"
Gualtiero s'interruppe e il silenzio avvolse la cucina, invadendone gli angoli, in attesa come  fiato sospeso, fino a quando la moglie, di nuovo, non sussurrò: "E tu?"
"Io?"
"Tu?"
Gualtiero scoppiò in una rista stridula, isterica.
Poi - fissandola come se la vedesse per la prima volta, con quel viso delicato, chiaro, gli occhi grigi ancora belli, e quella domanda nello sguardo che esigeva una conferma più che una risposta, perché anche Marilena, come allora l'Antonia, aveva capito, ma non voleva, non poteva ancora crederci - scosse la testa e disse:
"Gli ho sparato! Era come un leone infuriato, stava per strangolare Desmo a mani nude, gli aveva fatto cadere il coltello di mano. Io avevo il fucile... Cosa potevo fare? Sparai, sparai fino all'ultimo colpo, e lui ancora stava in piedi, ancora mi fissava negli occhi, ancora cercava di agguantarmi... Desmo, accanto a noi a terra, tossiva, mezzo soffocato... "
"Hai altro da dirmi?" chiese la moglie.
"Nulla che, ormai, tu non possa immaginare da sola" le rispose Gualtiero.
"Perché?" lei mormorò, scuotendo la testa.
"Perché l'ho fatto?"
"Perché me lo hai raccontato, dopo tanti anni? Perché?"
(continua... )