martedì 18 ottobre 2011

Ora Mario Draghi "capisce" i giovani. Ora?

L'altra sera, da Fabio Fazio, Giovanni Floris ha detto: " I mercati... beh, i mercati che cosa sono? Non sono poi così misteriosi, incomprensibli, dotati di poteri illimitati. Sono soltanto luoghi d'investimento del risparmio e, di conseguenza, i capitali che li alimentano si spostano al loro interno sulla base della remunerazione che all'investimento viene offerta, tenendo nel debito conto il rischio e la durata dell'investimento stesso". 

Una volta, tanto tempo fa, i mercati erano il luogo fisico degli scambi di merce: piazze, normalmente, e merce riconoscibile nei pregi e nei difetti: osservando, annusando palpando. Bestiame, prodotti vegetali e manufatti soprattutto, tanto per intenderci. E, naturalmente, compratori e venditori che incrociando offerta e domanda determinavano i prezzi. Il tutto dopo che le difficoltà del baratto avevano fatto venire, a qualcuno un po' più furbo degli altri, l'idea di una merce che fosse denominatore comune di tutte le altre: il tabacco, il sale, le conchiglie e l'oro, soprattutto l'oro; poi, complici i gestori dei Banchi fiorentini trecenteschi,  fu a un pezzo di carta, un semplice pezzo di carta, che venne (arbitrariamente ma istituzionalmente, un vero ossimoro) dato, attribuito un valore.

Era nata la cartamoneta, carta sì, ma ancora capace, frusciando tra le dita, di provocare un'emozione, una sensazione di ricchezza tattile. Ora, un tesserino plastificato, attraverso una serie di numeri ci identifica e ci autorizza a usare la nostra ricchezza. Non più custodita da un materasso, nascondiglio di facile individuazione, ma infilata in un caveau bancario (espugnabile, ma solo con lancia termica!).

Oggi, nell'epoca della moneta scritturale, nell'etere, a velocità  supersonica, con file di numeri allineati sui monitor dei pc da solerti impiegati bancari si crea e distrugge ricchezza come se si giocasse, improvvisamente ritornati bambini, a Monopoli. "Diecimila Btp in vendita alle 9 e trenta del mattino... Il Governatore della Bce cosa dice? Ah! benissimo: aumentano il tasso d'interesse? I prezzi dei titoli sul mercato quindi scenderanno. Cosa aspettate? Vendere, vendere... "

Benissimo un aumento del tasso d'interesse? Per l'economia reale mica tanto: significa pagare rate di mutuo più alte, prestiti alle imprese più onerosi e fare la spesa al supermercato spendendo di più. Ma chi se ne frega dell'economia reale; è quella di carta, l'economia finanziaria, che ha bisogno di oscillazioni forti: al rialzo o al ribasso non importa, anzi, meglio al ribasso per ottenere guadagni più veloci e consistenti.

Ma ci saranno pure dei rischi? Ma svegliatevi! i rischi li affrontate voi, pigmei della finanza, noi banchieri abbiamo allevato e allenato squadre di ragazzini in doppiopetto e camicia azzurra che hanno trovato il modo di scaricarli su altri i rischi. Su di voi, su di voi che accantonate i soldini per la pensione (nelle SGR, nei fondi pensionistici, nelle assicurazioni sulla vita o in quelle integrative pensionistiche), su di voi che ci chiedete informazioni, ma soprattutto consigli. Che noi elargiamo a piene mani. Non vi abbiamo forse consigliato Bond argentini, azioni Cirio e Parmalat?

Ma, dato che l'appetito vien mangiando e i guadagni facili a qualcuno (quasi a tutti!) hanno dato alla testa, i banchieri hanno esagerato. Quando il mercato immobiliare, gonfiato come un palloncino, è scoppiato, e quei "prodotti derivati" (che incorporavano garanzie, le case acquistate a debito, che perdevano valore di ora in ora) hanno cominciato a puzzare (è per questo che come i rifiuti più pericolosi li hanno definiti tossici?), gli americani, che un po' bambinoni lo sono sempre stati, e che dell'indebitamento hanno fatto uno stile di vita e della crescita ininterrotta un sogno (quello americano, appunto!)... beh, si sono trovati con il culo per terra: loro e le banche.

Solo che loro e noi cittadini europei (spagnoli, greci e italiani) siamo colati a picco (molti americani vivono ancora in tenda o in roulotte) mentre le banche sono state salvate dagli Stati dei vari Paesi: indebitandosi per salvarle; a discapito del lavoro dei giovani, penalizzando l'assistenza medica, quella all'infanzia, agli anziani, la salvaguardia del territorio, l'istruzione, la sicurezza delle città e dei cittadini che le abitano.
A me avevano insegnato che "Chi rompe paga e i cocci sono suoi"...
Ma era tanto tempo fa, tanto tempo fa quando ancora i mercati non si criminalizzavano ma si regolamentavano, a tutela del risparmiatore e non a tutela dei guadagni bancari. Per questo motivo molte banche erano pubbliche e esisteva una vigilanza bancaria; quindi regole e controlli. Perché tanta efficienza e celerità nel varare leggi e norme destinate  a "fare cassa" per gli Stati e nessuna regola per imbrigliare i predoni della finanza?  
Ora, anche l'ex Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi "capisce" i giovani. Ma guarda!Ora?