martedì 4 ottobre 2011

Storia di nebbie e acquitrini (puntata n°38)

'E anche questa giornata di lavoro è finita, vacca boia!' - pensò Primo, incamminandosi verso casa. Aveva volutamente evitato l'osteria dove si fermava di solito a bere un bicchiere con gli operai dello stabilimento, ben sapendo  che Giuseppe, invece, sarebbe passato di lì, si sarebbe seduto a un tavolo e, per tutta la serata, avrebbe infilato qua e là, al posto giusto e al momento giusto, la parola più adatta per fare credere ai compagni di lavoro di avere preso le distanze da lui, Primo.
L'aria si faceva sempre più pallida, smorta, la sera allungava sulla città le prime ombre. Primo camminava di buon passo, fermandosi, ogni tanto, con l'apparente scusa di dare un'occhiata a una vetrina, per controllare che nessuno lo seguisse.
Eccolo! Allora non si era sbagliato! Solito cappello ben calcato in testa a coprire il volto, stesso impermeabile, stesso passo lento cadenzata al suo. Lo stava seguendo, era evidente! Il sangue accelerò, la paura gli fece tremare le mani, già strette a pugno, nelle tasche del camiciotto. Cosa voleva quell'uomo? Era un agguato che intendeva tendergli? Aspettava un complice, nascosto in qualche androne, per saltargli addosso, una pugnalata o un colpo di pistola e via!? Non doveva accelerare il passo, non doveva fermarsi, non doveva, non avrebbe dovuto permettere al terrore di aggrovigliargli i pensieri nella testa.
Aveva paura Primo, la paura che prova ogni preda quando capisce di essere stata avvistata dai cacciatori, quando sente alitarle sul collo il fiato dei cani da caccia, e corre, corre con tutte le sue forze, anche se sa, è ben conscia, di correre verso la morte.
Gli passarono davanti agli occhi il volto di sua madre china su di lui a rimboccargli le coperte, e un volo di rondini, l'ultimo prima di emigrare lasciandosi l'inverno alle spalle, una sarabanda di rondini impazzite che scendevano in picchiata verso il prato, trafitte dagli ultimi raggi di un sole estivo... e la Maria, il corpo bianco sull'erba ancora fitta, che gli si stringeva addosso, tremante, sussurrandogli: "Non ti vedrò più, ho un brutto presentimento... Scappa Primo, nasconditi. Nasconditi!"
E, all'improvviso, sbuca da un portone un altro uomo, e un altro ancora... Sono in tre e lui è solo. Li ha addosso, tenta di difendersi, ma non ce la fa, non può farcela. Il pugnale affonda e non fa quasi male perché uccide lui, Primo, ma uccide anche la paura. Ha ancora il tempo per pensare "Vacca boia, le donne... Le donne non sono soltanto belle, stupendamente belle, hanno anche intuito! Le donne sanno... sentono. Come la Maria!"
Scivola lungo il muro, piomba a terra. Uno scalpiccio intorno a lui ed è tutto finito.
(continua... )