domenica 14 agosto 2011

Dov'è finito il sorriso di Berlusconi?

Avrebbero potuto bloccare - immediatamente, appena scoppiata la crisi - le vendite a termine allo scoperto. Invece i nostri hanno aspettato, mugugnando sulla liceità di un intervento che avrebbe imbrigliato, anche se soltanto per un breve periodo, la libertà del mercato, aggiungendo che tale divieto avrebbe avuto valore soltanto all'interno dei mercati regolamentati, puntualizzando che, nel 2008, all'applicazione del divieto era seguito un calo consistente nelle quotazioni dei titoli bancari... e via discorrendo.  Chi compie queste operazioni - introdotte inizialmente con fini di copertura dal rischio e divenute poi, date le altissime possibilità di guadagno, operazioni speculative e madri, con sofisticati opportuni aggiustamenti, di quei figli mostruosi che sono i prodotti derivati - non è certo l'idraulico o il commesso del negozio all'angolo: sono le banche, sì sempre le banche che fanno, però, il loro lavoro. Sporco, ma legale.

Le imprese private (categoria alla quale in gran parte le banche appartengono) hanno come obiettivo il profitto, non la tutela degli orfani o l'assistenza agli anziani, quindi fanno ciò che per statuto e per legge possono e devono fare. Per legge? Ma allora sarebbe sufficiente emanare leggi che regolamentassero il loro operato? Già fatto! Quando? Dopo la crisi del '29, negli Usa, ma  anche in Italia. Avete mai sentito parlare della creazione dell'IMI e dell'IRI? La BCE oggi fa quello che fece L'IRI: compra titoli che il mercato considera carta straccia... Allora, negli anni Trenta erano azioni, le azioni delle maggiori imprese italiane e il prezzo da pagare fu la nascita di un'economia mista e di quegli ibridi giuridici che furono spa con il pacchetto di maggioranza in mano pubblica (il conflitto d'interesse non è un problema nuovo e nemmeno la spartizione delle poltrone nei consigli d'amministrazione). Gli americani, autentici fautori di un'economia liberista, appena superata la crisi, ricollocarono  i titoli sul mercato, creando organismi di controllo, come la Sec, ben più seria della Consob, anche se ispirata agli stessi principi.

Poi, in sordina, il sistema di norme creato a tutela del risparmiatore venne smantellato, rottamato... Perché? Be', conteneva i guadagni delle banche e - dimenticavo - tra i sostenitori del Far West bancario (ampi spazi dove poter scorrazzare liberi per i predoni del credito) ci fu, allora, l'attuale Ministro del Tesoro, Giulio Tremonti.

Oggi sono le obbligazioni del Debito pubblico il problema più spinoso. Chi investe cerca titoli sicuri ed è facile intuire quanto  basso sia il livello di credibilità del Paese del bunga, bunga... , quindi si cedono titoli italiani e si acquistano titoli tedeschi o francesi. Per evitarlo lo Stato rende i titoli più appettibili alzandone i rendimenti, ma così facendo aumenta il Debito pubblico, imponendo manovre finanziarie finalizzate al conseguimento della parità di bilancio, necessariamente recessive, socialmente devastanti... e avanti di questo passo, in un balletto mortale di cifre che sta portando il Paese allo  sfascio. La BCE, che è una banca, chiede bilanci credibili e subordina l'acquisto dei titoli di Stato italiani a politiche "virtuose".

Ma il Paese non conosce virtù, il Paese è stato educato - educazione purtroppo in buona parte riuscita - alla corruzione, all'amoralità dilagante, al pressapochismo, alla superficialità. E la parte sana (del Paese) è stanca, demoralizzata, arrabbiata, terribilmente impoverita, tartassata da provvedimenti che la vedono sostenere il peso maggiore di un risanamento pasticcione e confuso, preparato  in tutta fretta da un apparato di governo che si è occupato, per anni, soltanto di norme 'ad personam', in grado di tutelare il presidente del Consiglio, per evitargli la galera.

E ora? Ora aspettiamo che i parlamentari - persa una settimana delle loro dorate vacanze - rientrino dalle ferie e, ritemprati (il potere stanca!) si rimettano al lavoro. Pardon!, si mettano al lavoro, organizzino, elaborino, facciano... Facciano qualcosa, facciano finalmente qualcosa per il Paese: per il Paese, non per loro!