domenica 31 ottobre 2010

Doppio binario (Racconto a puntate: puntata n°2)

Si voltò. L'uomo, anzi il ragazzo che la seguiva, le sorrise, e con  una breve corsa la raggiunse.
"Ma che giorno è?" le chiese.
"Domenica credo, altrimenti io sarei al lavoro e tu a scuola".
E sorrise, osservandolo, l'espressione corrucciata di sempre, il maglione di sghembo, e quel passo nervoso che si mangiava la strada.
"Che bella questa vallata, mamma, mi emoziona ogni volta che la vedo... "
"E' bella, ma io amo il mare".
"Lo so, sei proprio una lucertola"
Scendevano affiancati lungo lo stretto viottolo, non nevicava più.
"Ho fame e tu?" lui le chiese.
"No" gli rispose.
Il baretto del paese era piccolo, squallido in quel suo lindore di plastica e odore aspro di detersivo che saliva dal secchio, colmo di acqua schiumosa, dove la proprietaria intingeva il moccio che strizzava prima di passarlo con foga eccessiva sul pavimento.
"Un caffè ristretto e una cioccolata. Avete delle brioches?"
"Teniamo salame e formaggio, signo' " e la donna rise, le mani sui fianchi larghi e ondeggianti, guardando golosa suo figlio che già assentiva.
Lo osservò mangiare, il caffè forte e aspro che le scendeva nello stomaco, e gli chiese:
"Allora, hai deciso che facoltà... "
"Buono questo salame... "
"Lo faccimo noialtri, credo ch'è bono... " e curiosa la donna chiese "Da dove venite?"
"Da lontano, molto lontano"  lei rispose.
"Economia, nella migliore tradizione di famiglia... " e rise concludendo "mi hai convinto".
La proprietaria armeggiava ora intorno a una vecchia radio. Pochi secondi e nella stanza irruppe la musica. Vorrei che fosse amore, amore quello vero... e lei continuò, a mezzavoce,  la cosa che io sento.... e guardando suo figlio la colpì quel suo modo di guardare e il colore dei suoi occhi, come se l'avesse scoperto in quel momento. Cosa? "Che i cromosomi non sono acqua" pensò, confusamente, perchè la felicità non richiede intelligenza, solo la capacità di lasciarsi andare per afferrarla con tutti i sensi e in tutta la sua assenza di senso.
Dalla finestra entravano il luccicchio bianco della neve e il sole di sghembo. Prepotente.
(continua... )