martedì 11 maggio 2010

Una come noi?

                                Serpeggia nel mondo femminile, di sinistra soprattutto, la delusione. Ci sentiamo tradite da Veronica, l'ex consorte di Berlusconi. Ma come: eravamo già pronte ad assistere al duello all'ultimo sangue tra la signora in questione e il marito, e lei, lei intasca, dopo averla sparata grossa in termini di alimenti, ma grossa davvero!, quei trecentomila euro mensili, si rinchiude in una delle ville/palazzo che è riuscita a strappare al marito,  e si dedica ai nipoti e all'uncinetto?
Ma cosa avevamo sperato? Nel nostro anelito di sorellanza, avevamo pensato davvero che fosse una donna come noi, una donna tradita, umiliata dall'arroganza del consorte? Avevamo visto/immaginato in lei un recupero di dignità, una battaglia in nome di principi smarriti per strada, ma alla fine ritrovati. L'avevamo idealizzata, novella Giovanna d'Arco, paladina di tutte le casalinghe umiliate e offese, ponendola alla testa di un'armata femminile in marcia verso i verdi pascoli... ? Ma  la responsabilità per questa nostra delusione non è imputabile alla signora in questione, eh no, purtroppo è imputabile a noi. Donna Veronica non ha nemmeno la consistenza di una  Donna Rachele, che certamente non suscita la nostra ammirazione, ma almeno si propose  per ciò che era, prese a borsettate in testa le amanti del marito e difese una scelta di "famiglia" che noi non condividiamo, ma che lei non tradì.  No, Veronica si muove astutamente, usa i mezzi d'informazione (qualcosa avrà imparato dal marito!) accattivandosi la componente femminile più all'avanguardia, non concede interviste, non scivola nella beceraggine - è troppo ben consigliata - lascia intuire, si fa ritrarre altera, quasi regale, suscitando nuovamente la nostra ammirazione. Ma ciò che difende, più che con le unghie e con i denti, con il pingue conto in banca che il marito alimenta, è la "roba", sono i soldi, è un futuro se non dorato, almeno inargentato.
E allora, mie care sorelle, non mischiamoci, soprattutto idealmente, con codesta signora che nulla sa di alimenti non pagati, e vendette senza esclusione di colpi, e fatica per tirare su i marmocchi da sole, e rabbia introiettata e trasformata in depressione e... e....Non lasciamoci abbagliare e irretire, come nel mondo del lavoro è avvenuto, dall'idea, che nasceva da una speranza/utopia , che i padroni fossero morti o fossero diventati tutti buoni.
I padroni son tornati (ammesso che se ne fossero mai andati) e le "signore dei girotondi" sono partite per la Sardegna. Noi (io non più perché sono una pensionata)  prendiamo la metropolitana alle sette del mattino e la signora Veronica la incrociamo soltanto, altera e liftata,  che occhieggia dalla copertina dei rotocalchi femminili. E' un po' poco per imbastirci sopra  una "sorellanza".
Decisamente troppo poco.