martedì 4 maggio 2010

Pensieri all'imbrunire

C'è la luna questa sera e nell'aria, soffuso, un vago chiarore. Il giorno lotta ancora con la notte ma è destinato a essere sconfitto. E' l'ora che amo di più: si accendono di luce, una dopa l'altra, le finestre delle case, le strade si vuotano, una coppia allacciata scivola sul marciapiede, una risata turba il silenzio.  lo amo questo silenzio - foglio bianco da riempire come si desidera - che per pochi minuti sembra dominare la scena.
Come sono cambiata! Io, io che sono stata una chiacchierona che faceva le ore piccole davanti a una tazza di caffè con le amiche... una a cui  non sarebbe bastata l'intera notte per parlare. Ma cosa ci raccontavamo? Di che cosa parlavamo? Di uomini, di figli, di lavoro, di politica e libri. Letti e da leggere. Ma su tutto, al di là di tutto, erano desideri o bisogni che venivano a galla. Prepotente per me il bisogno di libertà. Separata con tre figli e un lavoro non avevo tempo e  nemmeno spazio, sebbene quei tre ragazzini fossero la mia vita, e amassi anche quegli adolescenti brufolosi e impacciati ai quali facevo lezione. Pensavo di aver capito molte cose, e m'illudevo di poterle comunicare. Leggevo come una pazza, specialmente di notte, in quella casa che sapeva di nutella e baby shampoo, sempre  disordinata. Rumorosa. Loro che crescevano e io che invecchiavo, ma senza rendermene conto. C'erano troppe cose da fare, ogni tanto coglievo una piega intorno alla bocca, qualche ruga nuova, ma non ci badavo.
Cosa pensavo: che il tempo mi avrebbe aspettata come un eterno innamorato, con un mazzo di rose tra le braccia? Per avere da me che cosa: l'ultimo scampolo striminzito della mia vita da dedicargli?