lunedì 29 marzo 2010

La casa delle bambole - racconto a puntate - (n°6)

Mi era sembrato d'intravedere la manica di un giubbotto e una mano, probabilmente guantata. In preda al terrore, mentre afferravo la lampada posta sul comodino come improbabile arma di difesa, sentii girare la chiave nella toppa. Ero in trappola! Presa dal panico, mi attaccai alla maniglia urlando, poi corsi alla finestra. Sbarrata. Cercai, senza riuscirci, di calmarmi. Continuare a gridare non sarebbe servito a nulla... eppure mi resi conto che gridavo "Gloria, Gloriaaa... dove sei?" con tutte le mie forze. Qualcuno tentava di aprire? Mi acquattai dietro al letto, spiando. Scarmigliata in camicia da notte, i capelli che le ricadevano sulle spalle mettendo in evidenza il pallore del volto, apparve Gloria che entrò spalancando la porta.
"Giovanna, stai bene?"
Mi afflosciai sul letto, mentre Gloria borbottava :"E' scappato, penso fosse solo", occhieggiando fuori dalla finestra, nel buio appena attenuato dalla luce lunare.
"Chiamiamo il 118" dissi, continuando a tremare.
"Il 118?"
"Il 113, oh mio Dio non so quello che dico!"
"Non voglio polizia per casa... Andiamo a vedere se ha rubato qualcosa... " Gloria uscì dalla stanza e entrò come una furia nel laboratorio dicendo:
"E' riuscito ad aprire la porta! Abile, non c'è che dire!"
Si guardò intorno contando le bambole per verificarne la presenza. "Settanta, settantuno, settantadue... Ne manca una: la bambola Lenci..."
"E' una bambola di valore?"
Gloria mi guardò, e con voce incolore disse: "Perché il cane non ha abbaiato? Dov'é?"
Ci precipitammo fuori, mentre Gloria urlava "Tasso, Tasso... ", ma la povera bestia era a terra morta, gettata di traverso vicino al cancelletto, una bava verdastra che le colava dalla bocca, spalancata nell'ingordigia di quell'ultimo boccone. Chiaramente avvelenato.
Gloria si chinò sull'animale:"La pagheranno" sibilò tra i denti "La pagheranno anche per Tasso!" aggiunse ma senza dare l'impressione di provare dolore. Era animata da una rabbia fredda che i suoi occhi e le mani chiuse a pugno per un momento tradirono. Non era nemmeno spaventata. Oppure era dotata di notevole autocontrollo.
"Hai dei sospetti? Chi dovrebbe pagarla se non telefoni nemmeno alla polizia?"
"Ho un amico che ha un ufficio di... "
La interruppi, ironica "Vuoi dire un investigatore privato? Ma figurati: quelli si occupano solo di corna domestiche. Non è prudente stare qui isolata, te lo ripeto:è pericoloso. Magari qualcuno ha saputo che nella tua casa ci sono oggetti di valore".
Lei mi guardò "Sarà stato un drogato, non certamente un professionista... "
Non risposi ma lo sconosciuto che si era introdotto in casa dopo aver neutralizzato il cane, aprendo, senza quasi fare rumore, tutta una serie di porte non mi sembrava potesse essere un qualunque ladruncolo. Perché Gloria mentiva? Spudoratamente?.
(continua...)