lunedì 18 gennaio 2010

Racconto a puntate (La vita cambia)

No, non erano le stelle a urlare nella notte; era il rapinatore con la faccia da ragazzino, era suo quel gorgoglio che si perdeva tra gli spari e l'esplosione dei vetri infranti che ricadevano come una pioggia d'argento sul pavimento. Altri colpi secchi, ravvicinati, mentre qualcuno la tirava su. "E' tutto finito! E' tutto finito!"
Le gambe non la reggevano, scivolava su qualcosa di molle, denso. Entrava la luce delle fotoelettriche, forando il buio e rivelando la devastazione del locale, il sangue che mischiandosi ai vetri circondava i corpi dei rapinatori... e la seguiva , passo dopo passo. Una scia di sangue, mentre un sipario rosso le calava davanti agli occhi. "Portate una barella, Cristo!"
Poi, il buio.
Si svegliò sentendo quella voce, insistente, petulante: "Svegliati Ludovica, svegliati... Svegliati!" Aprì un occhio a fatica e intravide dei fantasmi verdi che si muovevano intorno a lei. Ma dov'era? Ricordava gli spari... ah la rapina e l'intervento, il blitz, blit...z.
Di nuovo la voce petulante: "E' andato tutto bene". Cosa voleva dire?
Poi sentì cigolare le ruote della barella. Il dolore arrivava a ondate senza che riuscisse a localizzarlo. Era stata ferita durante la sparatoria, ma dove? Stava morendo? Chi era quella donna che la stava guardando, le afferrava una mano borbottando qualcosa, qualcosa che non capiva.
"Ludovica è stato terribile... "
"Mamma?"
Cosa ci faceva sua madre lì? E anche Giovanni si chinò sulla barella.
"Tutti fuori, tutti fuori. Lasciatela riposare... "
Scalpiccio di passi fatti in punta di piedi.
Poi, silenzio.
Seguirono lunghe ore di dolore spezzate da quelle immagini che la sua mente partoriva a getto continuo: era lei quella bambina che si fermava ad ascoltare, l'orecchio alla porta d'ingresso degli appartamenti del caseggiato dove viveva? Perché? Voleva sentire l'odore, le parole della normalità. Lei non la conosceva.
Altra iniezione.
"Ora starà meglio, la prima notte è la peggiore"
Il peggio lo conosco.
Il peggio lo conosco.
E' un ritornello martellante.
Se ne esco viva e... intera, vivrò in un altro modo.
E' un sogno, una speranza, un'illusione?
E' un progetto - pensa e, finalmente, cede al sonno.