mercoledì 9 settembre 2009

Romanzo a puntate I Dellapicca

La lunga giornata di lavoro era finita e sul porticciolo era calato il silenzio rotto soltanto dallo sciabordio del mare. Fioche luci si accendevano nelle case, mentre nel cielo apparivano, tremule, le prime stelle e Il Moro, la giubba sulla spalla, ritornava alla locanda.
Varcata la porta d'ingresso, il brusio del locale lo accolse. A un tavolo d'angolo sedeva Maria con accanto la figlia e, seduta davanti a lei, la moglie del locandiere che la osservava con una certa astiosa diffidenza, lasciando scorrere lo sguardo sull'abito alla moda e sulla bella testa altera che nessun fazzoletto umiliava. Entravano altri uomini e tutti gli sguardi si appuntavano sulla bellissima "foresta" incurisiti dai suoi modi cittadini e dall'abito elegante che indossava. La locandiera aveva accolto con un certo stupore la proposta che le donna le aveva appena fatto di dare una mano nell'osteria, precisando che era cresciuta a sua volta in una locanda e che era abituata a lavorare. La bellezza di quella forestiera, da donna, la infastidiva e la sorprendeva la sicurezza altera con cui si muoveva tra quegli uomini rozzi senza dimostrare alcun disagio. Ma quali segreti nascondevano le labbra di quella donna? Chi era? E chi era l'uomo che l'accompagnava? Certamente non il padre della bambina che era il ritratto della madre e non aveva tratti negroidi. Però una donna come quella avrebbe attratto clienti come il miele le mosche. Da quando aveva trovato alloggio alla locanda gli avventori erano notevolmente aumentati e anche ora la porta sbatteva in continuazione, il locale si era riempito, e i giovanotti parlavano a voce troppo alta, mentre le risate avevano un tono più acceso.
"Non mi sembrate adatta a lavorare dietro a un bancone, ma se mi dite che..."
Maria la interruppe: "Vi assicuro che non vi pentirete. Datemi modo di dimostrarvelo e, complimenti per il locale. Ha molti avventori, segno che il vino è buono, la cucina... pure e i clienti sapete come trattarli".
La donna continuava a osservarla, incerta.
"Il pesce lo sapete cucinare?" chiese, quasi sperando di sentirsi rispondere negativamente.
"Certamente, in tutte le salse. Sono triestina, se non sappiamo cucinare il pesce noi..." e sorrise, finalmente, chinandosi verso la bambina che, sentendosi trascurata reclamava, interrompendo la madre, la sua attenzione.
"E va bene, mettete a letto la bambina e scendete ad aiutarmi, ma vi premetto che la paga è molto bassa... Se vi... "
Maria l'interruppe esclamando "A patto che il vitto e l'alloggio siano gratuiti".
La donna davanti a lei annuì e augurandole "Buon appetito" si alzò e, attraversato il locale, scomparve dietro alla porta della cucina.
Il Moro, che intanto si era avvicinato al tavolo, mentre la donna immergeva il mestolo nella zuppa fumante invitandolo a sedersi, l'apostrofò sospettoso "Cosa voleva quella donna? Cercate di essere prudente".
Maria gli piantò addosso quei suoi occhi calmi e decisi, mentre un sorriso le sfiorava le labbra, poi, risoluta, gli rispose: "Ho trovato lavoro anch'io. E voi quali novità mi portate dal porto? Spero siano buone nuove!"