domenica 26 luglio 2009

Lettera a una donna geniale

Mia cara B... (con il giusto rispetto della privacy) ho cominciato a conoscerti leggendo il tuo libro e andando a curiosare sul tuo blog, già sprangato come un portone chiuso e che, pur consentendo ancora la lettura dei tuoi post, già rimandava a un altro luogo della vasta blogosfera, dove la tua presenza era, però, vaga, quasi fantasmatica. Il tuo libro mi aveva sconvolta in tutti i sensi: non soltanto per la crudeltà, l'orrore, l'incubo che raccontava e così efficacemente descriveva - la guerra si sa non è argomento per stomaci delicati - ma anche, e soprattutto, per la qualità della tua scrittura, che poteva piacere o meno ma era Scrittura: forte, esasperata, martellante, greve da non scendere nella strozza ma anche aerea e struggente come una terra che, allontanandosi, si facesse profilo sempre più esile sulla linea dell'orizzonte, lacerandosi da noi. Sei apparsa, hai brillato - luminosa, scintillante come un fuoco d'artificio in una notte estiva - sei scomparsa. Perché? Potrebbe essere stata una tua scelta, ma una persona che la scrittura se la porta nelle pelle, se la strappa dalle budella, se la sente gorgogliare in gola come rosolio, non rinuncia a scrivere e, inoltre, non rinuncia a farsi leggere, perché si scrive per essere letti, i manoscritti nei cassetti sono come le perle non indossate: muoiono.
Ti sei ricordata, quando il successo ti ha baciata di essere una donna? Hai fatto tesoro degli insegnamenti di tua madre? Te la sei ripetuta la sua esortazione alla modestia, alla ritrosia. Hai saputo arrossire al momento giusto, parlare a voce bassa, lasciare agli altri, uomini di esperienza e - prepotenza dici? - la parola? Hai creduto, per un attimo, che il successo e la genialità in una donna fossero dolci come il miele d'acacia e avessero la stessa valenza che hanno per un uomo. E sì che mamma e babbo ti hanno fatta studiare: le donne, se e quando scoprivano un erba che aiutava a partorire, non venivano premiate: venivano bruciate. Capisco, l'avevi scordato pensando che il mondo, la società fossero cambiati. La Levi Montalcini? Eccezionale! purtroppo, e quindi adatta a confermare la regola, che altro non è se non il più bieco piattume. Avresti dovuto guardarti intorno: nei luoghi dell'esercizio del potere non ci sono donne - al G8 dici? - se non, appunto, stavo per arrivarci, a dare un tocco di classe, ma leggero mi raccomando: molti sorrisi e poche parole, poiché è sempre preferibile per una donna sposare un uomo di successo, che averlo il successo. E' dello stesso avviso il nostro illuminato premier che suggerisce alle belle ragazze italiane, per superare la crisi, non di studiare e specializzarsi, ma di sposare un uomo ricco come il suo splendido rampollo, tale Piersilvio. Ascoltate la mamma ragazze e, se avete avuto la sfortuna di nascere un po' troppo sveglie, fingetevi tonte: la genialità sulle labbra di una donna non è miele. E' fiele.