venerdì 24 luglio 2009

Romanzo a puntate e carica dei "101"

Ricordo le solite frasi fatte degli insegnanti (anche perché ho fatto parte della categoria) del tipo "I ragazzi di oggi non scrivono più...", "oggi usano soltanto il telefono per comunicare, noi invece..". Poi la tecnologia innestò il turbo e la nostra vita cambiò. Arrivò il pc e quei ragazzi, che non sapevano tenere una penna in mano né, secondo noi insegnanti, leggere, ci costrinsero per l'ennesima volta a prendere atto dell'ottusità rassicurante delle generalizzazioni. Cominciarono infatti a scrivere e molti tra loro rivelarono doti notevoli. Fiorirono i blog che, come ben sappiamo, non sono soltanto bla, bla, bla.
Scrissero racconti, romanzi. La narrativa di tipo onnicomprensivo si diversificò, anche formalmente, nei generi letterari. Scrivere decentemente su un blog non è facilissimo: è necessario essere sintetici, chiari nonché corretti, interessanti, esaurienti, preparati, capaci di reggere il confronto dialettico imposto dai commenti, appassionati e, perché no, un tantino ironici. Be', molti di loro, scrivi che ti scrivi, si scoprirono aspiranti scrittori e, manoscritti sotto il braccio (o chiavetta USB in tasca) decisero di affrontare quel girone dell'inferno che è il mondo dell'editoria, che non è diverso dal resto del mondo. Manco per nulla! E', come ogni settore oggi, finalizzato soprattutto al guadagno e quindi un po' miope, o soltanto disinteressato a cogliere specificità interessanti e originalità che, in quanto tali, risultino nuove e/o di rottura. Meglio andare sul sicuro e non rischiare i propri soldi.
Ma "i nostri", che sono giovani, giustamente arroganti, pieni di forza, di idee, che sono una carica dei "101", non disposta a farsi sbattere una porta in faccia, girare i tacchi e andarsene con la coda tra le gambe, hanno aggirato o, perlomeno, tentato di aggirare l'ostacolo. Questi non soltanto le pensano tutte, ma utilizzano, al meglio e con originalità, gli strumenti informatici, che fanno ormai parte del loro mondo e della loro cultura. Mescolando Balzac (chino a scrivere la puntata di uno dei suoi romanzi nell'alone di luce tremolante di un lume, per tacitare i creditori) alla tecnologia più sofisticata, bypassano con la loro vitalità, fantasia e creatività l'ostacolo di un'editoria ferma, incancrenita e stantia . In che modo? Raggiungendo il lettore direttamente, senza intermediazioni: il romanzo lo si legge su un blog, si riceve per posta oppure sul telefonino mentre, appesi ai sostegni del tram, si sta andando al lavoro: direttamente dal produttore al consumatore.
E, a proposito di Balzac, hanno rispolverato anche il romanzo a puntate, carico di colpi di scena o romanzo popolare a tutti gli effetti.
La sottoscritta ne sta scrivendo uno che, iniziato per esplorare un'altra modalità di comunicazione scritta romanzata, si sta rivelando per me molto interessante per i problemi che mi costringe a affrontare, ma anche molto divertente. Anche se la mia età anagrafica mi colloca nella terza età, e quindi fuori dalla mischia, la scoperta della scrittura mi ha caricata dello stesso entusiasmo di questi ragazzi, dei quali seguo con passione e interesse il percorso, curiosa di vedere ciò che riusciranno a combinare perché loro hanno già un piede là dove io non camminerò mai...Loro sono già il nostro futuro.
Con voi ragazzi mi piacerebbe confrontarmi. Vi aspetto.

Romanzo a puntate I Dellapicca

Borbottando tra sé e sé, l'uomo camminava veloce lungo la stretta via del ghetto, gettando rapidi sguardi alle sue spalle, quasi temesse di essere seguito. Alzato lo sguardo, identificò la casa che cercava e bussò, rispondendo a bassa voce a chi, dall'interno, chiedeva chi fosse.
" Sono Amos, aprite: ho una notizia urgente per il Rabbi".
La porta si schiuse e una donna lo accompagnò fino allo studio dove, dopo aver bussato, venne fatto entrare.
" Felice di rivedervi, so che siete appena arrivato in città " e, dopo una misurata pausa, il vecchio concluse "con la Capinera".
" Vi porto il Moro su un piatto d'argento, anzi, a voler considerare la mercanzia che contiene la stiva della sua nave e che il sottoscritto ha inventariato, d'oro", rispose l'altro, agitandosi a disagio sotto lo sguardo del Rabbi.
" Il Moro è tornato di sua volontà: sappiamo - da uomini - quanto potente possa essere il richiamo esercitato da una donna...Non ha fatto la scelta migliore, ma la più prevedibile si! E, ora, spiegatemi il motivo della vostra visita, a un'ora così insolita".
" C'è un compenso..."
" Per che cosa?"
" Io so molte cose sul Moro".
E il giovane Amos tacque, saggiando l'effetto delle parole appena pronunciate sull'altro, ma il Rabbi, del tutto indifferente, sembrava interessato soltanto all'alone dorato che il lume disegnava sulla scrivania.
" Non vi interessa sapere che..." e la voce di Amos, che stava salendo d'intensità, assunse un timbro acuto e sgradevole che sembrò infastidire il vecchio, inducendolo a intervenire interrompendo l'altro, mentre accompagnava le sue parole con un gesto inequivocabile di commiato.
" Ho il Moro, ho la mercanzia. Mi mancano, in questo momento, solamente il silenzio e l'isolamento necessari per le mie preghiere".
Amos uscì borbottando dalla stanza dietro a quella figura di donna che si era materializzata nel buio e che lo condusse alla porta, accomiatandosi con un " Portate i miei saluti a vostra madre. Sarà felice di rivedervi" e, mentre già si chiudeva il portoncino,
" Bentornato in città e che il Signore vi protegga".
L'uomo, stizzito, borbottando qualcosa tra i denti, a lunghi passi nervosi, girò all'angolo allontanandosi lungo le vie del ghetto, mentre quel pensiero " Mi vendicherò" gli attraversava il cervello tanto da impedirgli di notare la donna chegli veniva incontro lungo la strada.
" Bentornato Amos "
" Scusatemi Yael, non vi avevo vista" e, pronunciando queste parole, lo sguardo gli cadde sulla bambina che la donna portava in braccio. Osservò stupito il contrasto tra gli occhi azzurri e le caratteristiche negroidi che conferivano una bellezza tutta particolare alla creatura che si nascose, intimidita, tra le braccia della madre.
" Che splendida figlia..." borbottò, mentre la donna, salutandolo, gli rispondeva:
" Il Signore è stato generoso con me", allontanandosi in fretta e stringendosi addosso la bambina quasi a volerla proteggere da un immaginario pericolo.