martedì 28 aprile 2009

Rose e giunchiglie

Monotona, la pioggia rigava i vetri della finestra, inzuppando la terra del giardino che esalava profumi stantii di foglie lasciate marcire. “ Sposa bagnata, sposa fortunata” le aveva squillato all’orecchio, poco prima al telefono, l'amica del cuore. Alle sue spalle, bianco e leggero, il suo abito da sposa, appoggiato a una gruccia, sembrava una nuvola spersa in un cielo in tempesta. Il campanello suonava in continuazione e fattorini frettolosi consegnavano pacchi e fiori. Sua madre e sua sorella, con gridolini d’impazienza, seguiti da esclamazioni di meraviglia, li scartavano.
Le bomboniere occupavano quasi tutto il ripiano del tavolo e la casa traboccava di fiori dai profumi intensi che, mescolandosi all'odore della pioggia, la riportavano a qualcosa che affiorava alla sua memoria, insistente, fastidioso come una mosca impazzita che, ronzando, tentasse inutilmente di uscire da una stanza chiusa.
“Sarai emozionatissima!“ Aprì la bocca per rispondere a sua madre, ma stava già svolazzando verso il corridoio, diretta all’ingresso, mentre il suono del campanello riprendeva a diffondersi per la casa. Non era emozionata, era tesa e vigile – pensò – mentre la sua attenzione si concentrava su quel profumo che evocava concitazione. E gente. Gente che la baciava, l’abbracciava, mormorando frasi di convenienza. Fiori dappertutto anche allora, abiti scuri e voci sussurrate, nella cappella mortuaria che accoglieva la bara di sua nonna. L’aveva amata molto e lei ancora avvertiva il dolore per la sua assenza. Cosa le avrebbe detto se fosse stata lì? Si sarebbe occupata dei fiori e dei regali, oppure avrebbe messo sul fuoco il bollitore, tolto i biscotti fatti in casa dalla credenza e, accarezzandola con quello sguardo gonfio d’orgoglio che abitualmente le riservava, si sarebbe seduta davanti a lei e le avrebbe chiesto:
“ Sei sicura della tua scelta?”
“ Ormai” lei avrebbe risposto.
“ Ormai un corno!” e la sua voce avrebbe avuto un’intonazione ferma, decisa. Gli occhi piantati su di lei, avrebbe aggiunto “Se non sei convinta, si blocca tutto. Per pagare e sposarsi c’è sempre tempo”.
Mentre sua madre rientrava nella stanza, l’ennesimo pacco tra le mani, lei inspirò con forza, mentre quelle parole “ Non mi sposo” volavano nell’aria schiantandosi sui volti attoniti della madre e della sorella. Con un filo di voce sua madre disse: “ Non puoi..” e la sorella si accodò, mormorando “Ormai…”
Lei, il sorriso che, accendendole lo sguardo di sollievo, diventava una risata “Ormai un corno!”gridò.
Fuori, il vento rubava le nuvole al cielo liberando il sole mentre, a mazzi, rose e giunchiglie finivano nel sacco della spazzatura.