venerdì 27 marzo 2009

Kappa 22 non sa più quanto contare

Kappa 22 conto fno a?, era decisamente in crisi, perché quando aveva scelto la testa, con relativo volto e cervello, per la sua spedizione sulla terra, l’aveva fatto con una certa leggerezza pur sapendo, dato il corso full immersion sugli umani, che i messaggi di tipo emozionale per gli umani si trasformavano in sentimenti tradotti poi in parole. Ma lui, sebbene fosse un giovane, ben preparato funzionari del Servizio Contatti con la Terra, anche abbastanza sicuro di sé, forse, aveva sottovalutato le difficoltà dell’incarico che gli era stato assegnato.
Quanto imprudentemente aveva invitato quella giovane donna al bar a prendere una birra e, soprattutto, con quale leggerezza aveva risposto alle sue domande? Lui, Kappa 22, non aveva mai provato emozioni, il suo cervello da uranoide ne era immune, ma quel maledetto cervello umano invece l’aveva preso in contropiede, restando basito di fronte ai fianchi e alla falcata delle gambe
di Dorina, così si chiamava, senza parlare di quella voce che sembrava il mormorio di un ruscello, un tintinnio di campanelli d’argento interrotto da risatine musicalmente sonore come cascatelle d’acqua festante.
Le aveva anche promesso di telefonarle, dandole il proprio numero di telefonino, sempre senza contare non fino a 10, nemmeno fino a due, e lo sapeva benissimo che non avrebbe dovuto dare a estranei la possibilità di rintracciarlo.
Ma la cosa assurda era che appena faceva rientrare la testa da uranoide nel torace e si metteva la testa da umano, la voglia di telefonare a Dorina gli invadeva il cervello, esautorava il pensiero razionale, lo distraeva a un punto tale da renderlo un mezzo babbeo. Era quello che gli umani chiamavano innamoramento. Negli appunti c’era un riferimento a una nota. In calce una parola misteriosa che non riuscì a decifrare. (continua…)

Kappa 22 si sente strano

Kappa 22 conto fino a tre per l’esattezza, vinto il prestigioso “Bloggo quindi sono” si svegliò nei giorni successivi tormentato da una sensazione di malessere. Revisionò i propri circuiti, corresse alcune impostazioni legate ai suoi programmi giornalieri e cercò di distrarsi scorrazzando in lungo e in largo nella blogsfera. Una primavera umida, malaticcia occhieggiava dalla finestra della sua stanza e lui l’osservava incuriosito perché sul suo pianeta le stagioni non esistevano e questo contribuiva alla stabilità caratteriale dei suoi abitanti. Sul pc aveva visto immagini dell’estate, quei cieli azzurri e la gente seminuda che riempiva le strade, mangiando all’aperto e cambiando addirittura il colore della pelle. Decise che quella stagione lo incuriosiva e accelerò il tasto cronologico. Il sole pallido improvvisamente acquistò forza, il giardino della sua casa, quando alzò gli occhi, era una distesa di verde interrotta da ciuffi di fiori, rose rampicanti, dalie multicolori e ortensie lilla e rosa
Il caldo lo prese alla gola e gli fece spalancare le finestre. Entrò l’aria estiva portandosi dietro l’odore dell’erba e la polvere della strada. Il sangue gli si rimescolò dentro, mentre un’euforia nuova e immotivata lo spingeva a uscire. Regolò la temperatura del suo corpo che, avvolto in una similpelle umana, stava salendo dandogli una sensazione di strana leggerezza alla testa rientrata nel torace, e sostituita con una da umano piazzata sul collo. L’aveva scelta lui la nuova testa: piccola, ben modellata, grandi occhi scuri, capelli mossi dai riflessi dorati e quella bocca sottile e ben disegnata dalla quale sgorgavano parole e sorrisi che gli attiravano la simpatia dei presenti.
Una ragazza lo guardò, invitante, maliziosa. Compatibile con le sue caratteristiche? Non gliene poteva fregare di meno che lo fosse. Gli passò davanti e lui sentì il suo profumo.
Girò i tacchi e la seguì, lo sguardo arpionato ai suoi fianchi sculettanti e quando lei si voltò e, con un sorriso che le illuminava gli occhi, gli chiese il suo nome, rispose soltanto Kappa, dimenticandosi di contare fino a dieci prima di dare informazioni a soggetti potenzialmente pericolosi, come gli era stato insegnato (continua…)