martedì 25 novembre 2008

Parlami d'amore, Mariù


In un mio intervento sul post pensieri scorretti e inopportuni di Loredana Lipperini, concludo dicendo che è assolutamente necessario che il dibattito sulla questione femminile, riprenda e riprenda con forza.
Ogni giorno una donna viene uccisa o massacrata di botte, quando non viene ridotta in miseria da ex mariti che non pagano gli alimenti. La violenza sulle donne non è soltanto quella esplosiva che viene, per rassicurare e rassicurarci, ingabbiata nella follia del 'raptus', è anche quella strisciante, fatta di commenti idioti che ingabbiano le donne in oggetti di desiderio, in bamboline belle da guardare, in donnette incapaci di raziocinio, in isteriche sull'orlo di una crisi di nervi.
Ma il rischio maggiore è che, quasi per osmosi, questo stereotipo femminile, con il quale siamo obbligate costantemente a misurarci, s'insinui subdolamente anche nel cervello e nel corpo della donna. Come una pubblicità invasiva, pervasiva di ogni spazio. Martellante!. Che donna occhieggia dai rotocalchi e dagli schermi televisivi? Che donna inseguono gli sguardi maschili? Di cosa parlano le donne quando sono tra loro? Di politica, arte, filosofia, musica e letteratura?
Origliate donne, origliate...
Parlano di cellulite e di diete, di liposuzione e... di uomini? Magari! Parlano di amori non corrisposti, di amori-camere a gas, di amore - bisogno.
Parlano, insomma, di pene d'amore, di lacci e lacciuoli amorosi.
C'è qualcosa in tutto questo che non mi quadra.
Vogliamo cominciare - o ricominciare - a parlarne? Seriamente?