giovedì 13 novembre 2008

Erano altri tempi e ... altri uomini.

Ero una bambina e la guerra era finita da poco. L'aria sapeva di castagne abbrustolite e di neve, incerta sul da farsi. Ancora, in prossimità del Natale, arrivavano gli zampognari e noi bambini venivamo mandati a dar loro un po' di soldi, frutta secca o strudel di mele...
Mio padre, sindacalista alla Telve, esortava i suoi operai a non mollare. Lo sentivo arrivare tardi, alla sera, strofinando i piedi sullo zerbino dell'ingresso. Poi, stridula, si levava la voce di mia madre. Discutevano, accalorandosi. Coglievo qualche parola, ogni tanto: le bambine... un Natale senza regali...te la faranno pagare cara, hai famiglia, tu!...
Il giorno di Natale arrivò mia nonna. Entrò con aria risoluta, le braccia piene di pacchetti.
Disse che il Bambin Gesù si era fermato a casa sua. Mia sorella e io fingemmo di crederle.
Stavamo scartando i regali quando arrivò mio padre. Si avvicinò, raccolse carta e bambole e le ficcò in una sporta che consegnò alla suocera dicendo: "Non hanno regali i figli dei miei operai, non li avranno nemmeno mie figlie. Vinceremo soltanto se saremo uniti..."
Mia nonna lo fulminò con un'occhiata di ghiaccio, mia madre trattenne il fiato e noi bambine scoppiammo a piangere.
Lo sciopero durò oltre un mese, mio padre venne trasferito per punizione in un'altra città e, ricordo, non ebbe mai più un avanzamento di carriera, ma la soddisfazione di siglare un ottimo contratto per il settore dei postelegrafonici, quella non gli mancò.
Questo episodio della mia infanzia mi è tornato alla memoria, ieri, sentendo le parole di Epifani. E' gravissimo quello che è successo, è politicamente gravissimo! Mi riesce, inoltre, difficile sorvolare sulla mancanza di solidarietà dei rappresentanti degli altri sindacati. Ben dovrebbero sapere che si può vincere solo uniti e che indebolire il sindacato può soltanto avvantaggiare il governo, in un momento storico in cui il mondo del lavoro è diventato uno degli ultimi gironi dell'inferno.
Scorretti e, come se non bastasse, ottusi!
E' proprio vero che "on n'est pas trahì que par le siens!"