mercoledì 22 ottobre 2008

Giovani

A Milano, un monolocale in affitto costa, ora, sei/settecento euro al mese.
Lo stipendio di chi si districa tra co.co.co, lavori a progetto e altre simili amenità non supera, mediamente, gli ottocento euro mensili.
E' d'obbligo essere sani e, se possibile, senza carichi familiari, ché - si sa - i figli, soprattutto piccoli, si possono ammalare.

La sana e robusta costituzione unita alla flessibilità è auspicabile. Le mansioni cambiano in itinere e, se va bene, per qualche mese si fa lo stesso lavoro ma, appena si acquisiscono competenze, si cambia.
Il lavoro se non c'è s'inventa, e quando c'è s'improvvisa.
La fantasia è d'obbligo.

Si vive con mamma e papà: di alternativo c'è il monolocale di cui sopra, da dividere con gli amici, o, nel peggiore dei casi, la panchina dei giardinetti.
E' inutile essere bravi, competenti e preparati. Rettifico: è dannoso perché, quando s'impongono le prevalenti leggi del mercato e li buttano fuori, i migliori - professionalmente parlando - cadono in depressione.
Sono banditi i progetti. Perché? No work, no party, pardon: progetti.

I temerari che hanno stipulato un contratto di mutuo, ora, rischiano di perdere la casa. Loro.
Perché dovranno (e dovremo) sostenere le banche che, per eccesso di cupidigia, sono in difficoltà. Come aiutare un boia ubriaco a calarci la mannaia sulla testa.

E, ora, comunichiamo loro con nonchalance che è in arrivo una recessione economica durissima che li vedrà coinvolti in prima persona?
E ci aspettiamo che rinuncino! A cosa? Ancora a cosa?
Se qualcuno sta esagerando non sono certamente i giovani