domenica 21 settembre 2008

Feroce(mente) belle

Pelle e mente sono così difficili da conciliare per le donne? Si direbbe di sì, perlomeno da quello che filtra da Internet. Ragazze intelligenti, culturizzate e spiritose, inchiodate allo specchio di Biancaneve, o più precisamente della sua matrigna, a chiedersi disperate: "Sono la più brutta del reame? " Lo sguardo maschile, seguito dal cuore e da qualcos'altro di più prosaico, sembrerebbe ignorare tutto ciò che esula dal mitico 90-60-90. Le donne belle avrebbero il mondo in mano, il cervello non conterebbe, la sensibilità nemmeno, la cultura men che meno.

Qualche chilo di troppo? Ma se ci sono fior di dietologi e di diete, punti e non punti...e qui viene il bello. La dieta c'è, ma la volontà di applicarla a se stesse manca. Il frigorifero è là, enorme, pieno di ogni ben di Dio. Basta allungare una mano. E tutte le scuse sembrerebbero essere buone: fa caldo, fa freddo, piove, nevica, tira vento, si è sole, deluse, amareggiate, ansiose, preoccupate. Si mangerebbe per noia, per solitudine, per disistima, per "colmare" un vuoto. Si mangia perchè di tutte le droghe è quella che costa meno. Perchè gli spot incoraggiano a mangiare (e le modelle che sfilano in passerella a digiunare ?)


E' troppo semplice: questi comportamenti non risulta siano generalizzati o generalizzabili. Tutte, o quasi, sanno che il corpo rifiutato, maltrattato e odiato è soltanto uno specchietto per le allodole. Le ragioni (profonde) del malessere sono altrove. Altrimenti si troverebbe la forza e la voglia di cambiare. Forse.


Ma il corpo, oltre ad essere un involucro da abbellire, è anche un contenitore di organi da conservare in buona salute per: camminare, saltare, cantare, ballare, fare l'amore e partorire. Mi direte che è poco? E non raccontatemi che hanno compagni e figli soltanto le donne belle? Guardatevi intorno per le strade, nelle piazze, nei parchi. Eppure nessuna sembra chiedere a quello specchio: " Continuerò a ballare, amerò, avrò un figlio o due gemelli?"


Su questi argomenti il gioco si farebbe duro e, soprattutto adulto. Come si fa a rinunciare al fascino che possiede l'eterna bambina? E' così scontato, prosaico e assolutamente prevedibile l'adulto. Alice non avrebbe più il suo Paese delle Meraviglie; dovrebbe affrontare il caos metropolitano, prendendo il tram al volo per arrivare in tempo dal suo capo che l'ha assunta part-time.


Con questo corpo si può giocare? E’ diventato un oggetto d'arte, che poco o nulla avrebbe più a che fare con la persona che incorpora. La pelle tatuata, percorsa da frasi che occhieggiano dalla scollatura o si rincorrono invadendo zone meno accessibili (Ai miei tempi nessuno avrebbe tentato di spogliarti per leggere il prosieguo di una frase ), i capelli colorati o, zac e via!, rasati, le sopracciglia sforacchiate, le orecchie non se ne parla, spilloni da balia infilati sottopelle.


Ma non è un gioco crudele? E inutile? E l'interiorità? Non interessa più a nessuno? Non c'è: è morta!I sentimenti sono morti. E sepolti. Sarebbe un mondo troppo crudele, per averne, mi dicono. Ma qualche volta... se proprio servono, si mimano e, mi assicura chi di dovere, lo si sa fare così bene che nessuno nota più la differenza. E gli ideali: idem come sopra. Li hanno sostituiti con le idee: più veloci, modificabili, decisamente meno impegnative. Va di moda l'usa e getta, a parte il problema smaltimento dei rifiuti. Ma anche a questo non credo: sempre girovagando sul Web, colgo rabbia, passione, ironia, speranza, impegno. E allora?


C'è mancanza di certezze, tutto è vago, sfumato; il mondo sembra sul punto di svaporare in nube tossica. E allora cosa c'è di più materiale, corpo(so), del corpo?Può diventare largo, lungo, artificialmente giovane (bisturi permettendo), camuffabile, coperto, scoperto, muto, parlante (vedi linguaggio del corpo), scritto, intonso. Può diventare un Dio da venerare, oggetto di culto, biglietto da visita, alter ego e/o avatar.L'importante è spostare il tiro su questo bersaglio mobile che tanto, ormai, è plasmabile a seconda dei nostri bisogni. Ma non era lui a ricattarci? A condizionarci? Be', la battaglia è ancora in corso. L'alternativa sarebbe andare "oltre", lasciare in pace il corpo, ignorare i martellanti messaggi televisivi che riportano alla dipendenza da stereotipi che non ci corrispondono. L'alternativa sarebbe affrontare i propri demoni..., la scelta più difficile che potremmo/dovremmo imporci di fare.

Bush era un uomo d'affari? Suoi, evidentemente.

Bush osserva il crollo di una delle più prestigiose istituzioni del Paese.
E ora l'America batte cassa. L'America!
Su Wall Street cade una nevicata di ordini di vendita...
Nessuno compra, nel paese del consumismo non ci sono più soldi, soltanto debiti, coperti come garanzia da " titoli spazzatura".
Bush era un uomo d'affari? Suoi, evidentemente!
Capiranno gli americani che non pago, il loro presidente, di trascinarli in guerra facendo crepare i loro figli, ora è riuscito anche ad affamare i superstiti?


Nouriel Roubini, professore di economia alla New York University, già un anno fa aveva previsto ciò che sarebbe accaduto elencando, punto dopo punto in rapida successione, lo svolgimento del disastro e, fino a questo momento, i fatti gli hanno dato ragione.


Ora s'invocano misure restrittive, forme di controllo del mercato finanziario, nuove leggi atte a tutelare gli investitori risparmiatori. Ora? E fino a questo momento perchè nessuno è intervenuto? Perchè l'America è il paese del libero mercato, per tradizione e per definizione.
Il mercato sa, fiuta, capisce, corregge...ma mi faccia il piacere, mi faccia, avrebbe detto Totò.


Il mercato non è un'entità astratta, è formato da persone , persone che fanno delle scelte e, se non imponiamo loro alcun limite, queste persone seguiranno il solito pifferraio magico: il denaro. Soldi, soldi e ancora soldi in un giro di valzer vorticoso, dove all'interruzione improvvisa della musica (leggi stasi nell'aumento dei prezzi nel mercato immobiliare) qualcuno si è trovato con la scopa in mano, a pagare pegno. Come succedeva, nei miei anni giovanili, alle festicciole per ragazzi.


Quello che sta succedendo negli Usa non dovrebbe creare particolari problemi - dicono - alle banche nostrane, perchè al riparo da rischi competitivi, avendo operato in un regime di oligopolio protetto, non hanno adottato quei modelli altamente speculativi d'ingegneria finanziaria che hanno decretato la rovina di istituzioni finanziarie all'avanguardia. Perchè impelagarsi in quelle operazioni quando, quintuplicando il costo dei conti correnti in un anno, si possono già aumentare, senza correre alcun rischio , in modo considerevole i profitti? Ma ci sono anche i portafogli titoli da gestire e le società d'investimento americane "cartolarizzavano" i prestiti concessi, spedendoli in giro per il mondo. Così, trasformando crediti (concessi senza adeguate garanzie) in titoli di credito si dotavano questi strumenti di caratteristiche atte a renderli idonei a circolare sui mercati e entrare a far parte anche di fondi di gestione del risparmio o investimenti di società assicurative e fondi pensione.


Allora mi sorge spontanea una domanda: quanti di noi si ritrovano quella carta straccia tra le mani senza sapere, fidandosi della propria banca, nulla del rischio che si sono accollati?
Io non sono certamente Nouriel Roubini, ma azzardo una previsione: entro pochi mesi
i computer delle nostre banche si incastreranno sul comando "elimina" per togliere dal mercato
cumuli di carta straccia, ai quali solamente l'avidità e l'arroganza di uomini senza scrupoli e la complicità di governi inetti avevano conferito un valore.