venerdì 23 maggio 2008

Donne d'ombra.

Una bambina.
Parla, gesticola con le mani, sottolineando ciò che dice.
E' un torrente in piena: sfida il fratello che le sta davanti a risponderle.
Gli si fa sotto, le parole usate come pugni. " Allora, dai rispondi, dai"
Lui tace, impacciato.
E' più grande, ma non possiede l'abilità dialettica di lei.
Lei che legge tutti i libri che la madre le compera, lei che possiede un'innata passione per le parole, lei che ha imparato a scrivere e leggere da sola, ascoltando sua madre che aiutava il fratello a sillabare riconoscendo suoni e segni.
Lui non risponde.
Lei ride, non sorride timida e riservata.
Ride. Di gusto.
E' allegra, sicura.
Intelligentissima.

Lui parla con voce ferma, sollevando appena un sopracciglio.
" Allora, rispondi " la esorta, flemmatico.
La voce di lei è leggermente stridula, mentre pronuncia le prime parole. " Non so
con precisione..."
" Informati, documentati " e la voce del fratello è dura.
Lei stringe tra le braccia la bambina che, contagiata dal nervosismo della madre, scoppia in un pianto inconsolabile.
L'altro figlio le si avvicina, si attacca alla sua gonna. " Giochiamo mamma ? "
Tace.
Davanti a lei suo marito e suo fratello chiacchierano.
Non sente bene di cosa.
Non si sente bene.
La neonata tra le sue braccia si è calmata.
" Favola " grida l'altro figlio.
" C'era una volta una bambina che aveva ricevuto in dono dalle fate, alla sua nascita, molte virtù, ma una maledizione: nel tempo, piano, piano, sarebbe stata destinata all'invisibilità. Avrebbe parlato senza essere più udita, mentre il suo corpo, sempre più chiaro, sarebbe sbiadito fino a scomparire.."
La sera cala sulla stanza.
Un altro giorno scivola nel passato.
La donna è un'ombra.
La sua voce: un sussurro.