sabato 12 aprile 2008

Ma che Paese è?

L'altra sera ho visto "Matrix" e mi sono cadute le braccia, letteralmente mi si è afflosciata la schiena. Un Veltroni educato, corretto, misurato, dai toni pacati spiega agli elettori il suo programma di governo e sembra uno di quegli alunni di mediocri capacità, ma grande impegno, che snocciola la lezione con voce monocorde ripetendo le parole dell'insegnate che ha puntigliosamente annotato. E' ripetitivo, privo di originalità e, soprattutto, privo di passione, passione politica intendo. Allude garbatamente, troppo garbatamente, all'avversario senza pronunciarne il nome che, se lo facesse, una smorfia di disgusto potrebbe alterare il suo volto molliccio facendogli acquisire una fermezza che risulterebbe stonata. Veltroni che crede, o mima di credere?, alla forza del dialogo, che smussa e lima, taglia e incolla, e sorride, continua a sorridere... No, non mi fido di una persona che non ride, non impreca e non si arrabbia mai. Penso che non si alzerebbe da un tavolo di trattative sbattendo la porta, non troverebbe mai inaudita una proposta, inaccettabile una posizione. Sarebbe un ottimo cardinale, di cui ha, negli occhi tondi e un po' bovini, tutta la zuccherosa bonomia. Ma, nel nostro Paese, di porporati ne abbiamo fin troppi.
E' uomo di alleanze, di abbracci, d'intese, grandi o piccole che siano, e il Paese ha bisogno di riforme, di cambiamenti, di ideali e di idee, di progetti e obiettivi. Ha bisogno di forza,impegno e costanza per perseguirli, almeno una parte del Paese, quella che in quest'uomo fiacco e sudaticcio avrebbe trovato il suo leader.
Poi, dall'altra parte, per coloro che hanno fatto piazza pulita di tutto immolandosi al dio denaro, ecco apparire l'uomo della Provvidenza, questo sì dotato di forza, arroganza, intraprendenza, questo sì deciso a tutto pur di conseguire i suoi obiettivi.
Siede impettito, gesticola e sorride, lui, e anche ride, lui, aprendo quella bocca da predatore dei mari che erutta parole in libertà e frantuma ideali, speranze e sogni senza soluzione di continuità. Non è brutto Berlusconi, è bieco. Vanitoso come una donnina dei telefoni bianchi, impiastricciato di cerone e barzellette scurrili offende il senso estetico e soffoca, con la sua sola presenza, l'anelito alla bellezza, all'armonia. E' l'uomo che, a mio avviso, rappresenta la parte peggiore del Paese. Sotto le palpebre sgonfiate dal lifting, due occhi vuoti, raggelanti come quelli della Gorgona, guardano a un futuro che non c'è, a una democrazia virtuale fatta passare per reale solo per i gonzi.
E' un uomo che mi fa paura, perchè è dominato dalla passione, nonostante l'età e gli acciacchi, di, come Paperon de Paperoni, spalare dollari e architettare complotti per ottenerne sempre di più. E' il consumismo fatto uomo, è il denaro fatto dio, è l'apoteosi della volgarità.
A questo superbo rappresentante dell'Italietta che conta è stato opposto un Veltroni?