venerdì 7 marzo 2008

8 marzo 2008

Come dice un mio caro amico: " Qualcuna nemmeno si muove, tanto domani è il nove".

Fuori tempo, fuori luogo 7marzo2008

L’impiegata della locale azienda sanitaria mi squadra infastidita, mentre cincischio nella borsa alla ricerca del tesserino sanitario. “Non so se ho diritto all’esenzione” balbetto, mentre lei, perentoria, formula la sua domanda: “Quanti anni ha?“ e, immediatamente dopo, controllando la data di nascita conclude dicendo: “Non ha ancora diritto all’esenzione dal ticket”.
Troppo giovane.
Pazienza.
Pazienza un corno! Quando mi sono iscritta al corso per Pcfacile l’impiegata, una biondina dall’aria melensa, rigirandosi la biro in un boccolo, mi ha detto: "Che intraprendente! Arzilla la vecchietta!" e ha riso, passando dall’espressione melensa a quella ebete.
La vita delle donne è tutta un correre con l’occhio fisso all’orologio del tempo che, alla fine, ti frega sempre.
La sessualità per esempio: c’è mai un tempo in cui sia lecita? A quindici anni si è giovani, troppo presto, sarebbe inconsapevole. Non puoi gettarti via - dice la mamma. - farlo per amore sarà tutta un’altra cosa.
E tu - la mamma ha sempre ragione - aspetti l’amore, con il risultato che quello splendido maschietto che ti faceva la corte, e ti azzerava la salivazione quando si fermava a chiacchierare con te, te lo ha fregato sotto il naso una quindicenne disinibita che quelle della mamma ( chiacchiere intendo ) non le ascolta per principio.
Però, poi, arriva l’amore vero, adulto e consapevole e tu sei così coinvolta che vorresti un figlio, un figlio con i suoi occhi, quel neo che ha vicino alla bocca, e la sua irruenza, la sua forza… Frena, frena subito: un figlio! Un figlio costa e tu e lui studiate ancora; già fare l’amore è un problema: tu vivi con tre amiche e lui con suo fratello e sua cugina. C’è tempo per avere un figlio, questo non sarebbe il momento giusto.
Troppo presto
Ma com’è che, improvvisamente - se non ti sbrighi - quel figlio fantasticato, desiderato, se non ti sbrighi, non riesci più a farlo? Hai pensato alla carriera, hai lottato a muso duro contro i maschi e ce l’hai fatta, ma, quando in un momento di tregua l’occhio ti è caduto sull’orologio, il tuo tempo di donna fertile era agli sgoccioli e, anche se fai l’amore tutte le sere, il pupo non arriva.
A quarant’anni la fertilità di una donna è in caduta libera. E allora vai giù in caduta libera anche tu e ti sorprendi a guardare invidiosa le giovani madri al parco che lanciano palle o fanno dondolare altalene. E diventi noiosa, acida, una donna non realizzata…ma, Cristo Santo! Come non realizzata? Sei la dirigente più in gamba di tutto lo staff …, no, sei solo una donna senza un uomo e senza figli da accudire, e con la disoccupazione che c’è in giro sarebbe fuori luogo lamentarsi. Mentre ti lecchi le ferite e ti sventoli, assalita dalle caldane da menopausa, quel vigliacco del tempo avanza implacabile.
"Mi scusi non l’avevo vista, c’era anche lei?"
"Come c’ero anch’io?" rispondi piccata e staresti per aggiungere "Sono forse trasparente?" quando le parole ti muoiono in gola perché realizzi, in quel preciso istante, che agli occhi degli uomini sei diventata proprio così: trasparente. Sei vecchia ed è peggio che essere malata, o brutta, o scema, perché assomma in sé tutto il peggio possibile, negando la tua materiale esistenza. La donna è morta, morta e sepolta! Di femminile, ora, hai soltanto il genere.
Esistono vecchi belli, dotati di una loro maestosità assicurata da barbe, baffoni, e rughe che parlano di battaglie affrontate, conoscenze e esperienze acquisite, ma non esistono vecchie belle.
A questo punto il tempo ti concede una chance. Eh sì, c’è una mattina in cui la sveglia suona sul tuo comodino e tu balzi dal letto – artrosi permettendo- vai in cucina, metti su la moka e, mentre il caffè trabocca profumando la mattina di odori noti e rassicuranti, realizzi che non hai nulla da fare, nessun orario da rispettare, nessuna incombenza da adempiere, nessun progetto da realizzare, nessun obiettivo da perseguire. C’è una sola scadenza, ma non ti va troppo di pensarci.
Ti senti improvvisamente sola – a dire la verità non è proprio la prima volta che ti succede - e il desiderio di un compagno si fa strada dentro di te. Oh, non ti mancano notti di fuoco passate a saziarsi uno della pelle dell’altro, no, è proprio un desiderio di accoccolarsi accanto a qualcuno davanti a un caminetto, condividere una minestra e fare un commento davanti alla tv. Ma l’unico che cerca la tua compagnia, in quel momento e finché morte non vi divida , è il tuo gatto, che continua a strusciarsi sulle tue gambe, miagolando fastidioso.
I figli, per quelle che li hanno avuti, hanno la loro vita, molti amici hanno perso la battaglia con il cancro, i genitori sono morti, e quelli sopravvissuti sono malati.
Nessun uomo si profilerà più all’orizzonte proponendoti di passare insieme una serata…
Che tempo é ormai quello che l’orologio ti concede?
Rimane un’unica attesa trafitta da mille domande alle quali, scuotendo la testa e parlottando da sola, non sei più assolutamente in grado di fornire una risposta.
E allora realizzi che hai proprio ciò che per tutta la vita - eccezione fatta per quegli interminabili pomeriggi estivi della tua adolescenza, quando tutto era attesa dilatata a dismisura come le interminabili giornate estive  t’imbottivi il reggiseno di cotone idrofilo per sembrare più grande e soprattutto più donna – hai desiderato avere: hai tempo! Hai tanto di quel tempo da esserne stordita, sopraffatta. E t’infili una tuta da ginnastica, bella comoda, ti siedi sulla tua poltrona preferita e pensi. E questo è già un lusso: pensi a tutte le cose che avresti voluto fare. Davanti a te c'è una biblioteca dove scovare libri non letti, sulla scrivania un computer da accendere, l’orto da vangare, quel racconto lungo, che hai iniziato, da finire..
E allora butti giù il caffè, accendi il computer, e mentre fuori si scatena la sarabanda delle macchine incastrate le une sulle altre, con i clacson in funzione e i guidatori furenti che imprecano, tu cominci a scrivere: "In un lontano paese, tanto tempo fa, quando non saprei perché la nozione del tempo, a mio modesto avviso é…. "